Fiammata al centro Oli di Viggiano (PZ): le rassicurazioni di Eni. Ola, non ci crede

 

Eni chiede scusa ai lucani per l’evento verificato lo scorso 13 gennaio al Centro Oli di Viaggiano.  “Scuse in verità, si legge sul sito internet di Ola Ambientalista, associazione lucana ambientalista, non accompagnate da un’ ammissione dell’incidente e sull’aumento di emissioni inquinanti, questa volta registrate dall’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri che sembra essersi “svegliato”, si legge ancora,  dalla cappa di torpore anestetico nel quale era stato messo dall’ex governatore della Basilicata. Rivolgendosi ai cittadini lucani ENI fa sapere che “la fiaccolata del Centro Oli non fa altro che garantire la sicurezza dell’intero impianto”. In realtà, l’Eni, non fornisce, nel documento alcuna spiegazione ai cittadini, vista la normalità dell’accaduto, sul perché sia scattato il piano di emergenza interno e non quello esterno. Un piano di emergenza esterno, si legge sul portale della Ola, tra le promotrici, “considerato dunque inutile e pura formalità, che invece potrebbe salvare vite umane”. Nel documento, Eni, rassicura i suoi lettori, che “in ogni momento il Centro Oli ha operato in condizioni di completa sicurezza e che l’evento non ha comportato pericoli , né per i lavoratori né per gli abitanti dell’aria. Così, si legge ancora, come non ha avuto nessun impatto negativo sull’ambiente:lo confermano i dati  di qualità dell’aria registrati dalle centraline di controllo presenti intorno allo stabilimento”. Ma l’associazione ambientalista, invece, sottolinea: “Sulle fughe di H2S non una sola parola. Quei valori registrati e divulgati degli inquinanti “incautamente” per qualcuno divulgati dall’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, possono procurare danni all’apparato respiratorio e costituire bio-accumuli pericolosi nell’organismo, specialmente  per quanti costretti a vivere direttamente a contatto h24 con questo stabilimento, che lo ricordiamo, sottolinea OLA “è suscettibile di provocare incidente rilevante” in base alla normativa Seveso. Eni rassicura, nuovamente, di rispettare l’ambiente, ma l’associazione ambientalista ricorda che i “pozzi insistono in zone sismogenetiche attive e su bacini idrici delicatissimi”.

Documento ENI: fonte www.olambientalista.it

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