Regione Campania: 504 Comuni esposti a rischio idrogeologico

In Campania le recenti piogge evidenziano l’importanza dei problemi legati al rischio idrogeologico. Sono ben 504 i comuni campani in cui sono presenti zone ad elevata criticità, l’estensione delle aree esposte a rischio è pari a oltre 2.597 kmq, ovvero circa il 19% della superficie dell’intera regione. Dall’indagine effettuata, sono risultate abitazioni in aree a rischio nell’83 % del campione dei comuni intervistati mentre nel 62% sono presenti strutture e fabbricati industriali, che comportano in caso di alluvione, oltre al rischio per le vite dei dipendenti, anche il pericolo di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Questi dati, che dimostrano come nella regione Campania sia quanto mai urgente adoperarsi per affrontare il problema del rischio idrogeologico e come debba rimanere alto il livello di attenzione per frane e alluvioni, sono emersi dall’indagine Ecosistema rischio 2013, dossier annuale di Legambiente e del Dipartimento della Protezione Civile. “Quanto riportato dall’indagine  – dichiara il responsabile scientifico di Legambiente Campania, Giancarlo Chiavazzo – mette in luce chiaramente la fragilità di un territorio dove bastano ormai semplici temporali per provocare allagamenti, disagi e seri pericoli per la popolazione. Una fragilità attribuibile ad un uso del territorio che non considera le limitazioni determinate dall’ assetto idrogeologico”. Anche quest’anno nessun comune campano raggiunge il voto di eccellenza necessario per essere premiato da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile con la bandiera “Fiume Sicuro”, da esporre nel proprio territorio come riconoscimento del buon lavoro svolto nella mitigazione del rischio idrogeologico. I comuni più meritori fra tutti quelli che hanno partecipato all’indagine sono Siano e Piaggine. L’altra faccia della medaglia in Campania è rappresentata dai comuni di San Giuseppe Vesuviano, Baselice e Battipaglia, dove è presente una pesante urbanizzazione delle zone esposte a pericolo di frane e alluvioni e non sono state avviate sufficienti attività mirate alla gestione del rischio, né dal punto di vista della manutenzione del territorio, né dell’organizzazione di un efficiente sistema comunale di protezione civile dedita alla prevenzione.

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