San Rufo, “Meta del Grano” sperimentale con il CRA per creare una nuova filiera nel Vallo

Una “Meta del Grano” davvero molto particolare, quella che si è svolta a San Rufo sabato scorso, presso il Campo Sperimentale del Centro  di Ricerca dell’Agricoltura del “CRA Orti di Pontecagnano”, adiacente al ponte Marza in località Fonatana del Vaglio.

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La mietitura ha infatti rappresentato un momento importante del progetto finalizzato a recuperare le varietà locali di grano, verificando quali siano le varietà più adatte a creare una filiera anche bel Vallo di Diano.

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Oltre al CRA Orti di Pontecagnano il progetto vede in campo il Comune di San Rufo e la Pro Loco Sanrufese.

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INTERVISTA A ROSA PEPE, RESPONSABILE DEL PROGETTO:

Sabato 25 luglio, di buon’ora, in un terreno adiacente al ponte Marza in loc. Fontana del Vaglio, frazione di San Rufo (SA), si è dato via alla “Meta del Grano” in modo molto particolare, riprendendo le vecchie tradizioni contadine, grazie alla collaborazione di un nutrito gruppo di agricoltori Sanrufesi. Ad organizzare l’insolita, quanto piacevole, manifestazione sono state la Pro Loco e l’Amministrazione Comunale di San Rufo nel Campo Sperimentale, del Centro Ricerca dell’Agricoltura di Pontecagnano, che è stato istituito in San Rufo, di cui è Responsabile di Progetto la Dott.ssa Rosa Pepe. “A novembre abbiamo seminato, grazie al CRA Orti di Pontecagnano, questo Campo Sperimentale – precisa Filippo Marmo, consigliere comunale e Presidente della Pro Loco di San Rufo – suddiviso in 23 piccoli campi con altrettante varietà di grano finalizzato ad uno studio per comprendere quale varietà cresce meglio sul nostro territorio e promuoverlo ai nostri contadini per la creazione di prodotti di qualità, e di gusto, con tale farina. E’ l’inizio di una filiera di sviluppo per creare un indotto economico nelle nostre aree che hanno grandi potenzialità”. Al termine della manifestazione non è mancato un momento gastronomico in cui l’hanno fatta da padrone le eccellenze del territorio e l’antica e tradizionale cucina contadina a cui s’è aggiunta una degustazione di un miele eccellente prodotto in loco. Alla responsabile di Progetto, la Dott.ssa Rosa Pepe, abbiamo posto qualche domanda per meglio approfondire l’organizzazione e le finalità di questo interessante progetto.
Come mai un campo sperimentale di grano nel comune di San Rufo?
“E’ dal Cilento interno (area Alburni-Calore) che ha inizio il percorso del Comitato Promotore per l’istituzione dei Distretti Rurali, Agroalimentari di Qualità e di Filiera per le Aree Interne e Protette della Provincia di Salerno, e, precisamente, da un primo Tavolo di Concertazione pubblico dell’11 Agosto 2012 di Castel San Lorenzo, promosso dal Sindaco Gennaro Capo e dall’Ente per lo Sviluppo Sostenibile “I Piccoli Campi Srl”. La creazione del Comitato  scaturisce da una consapevolezza intrinseca delle condizioni  del territorio stesso, che è fatta di chiusura, di difficoltà di cooperazione, di non conoscenza delle proprie risorse, ma, soprattutto, da una carenza di pianificazione unitaria fra le piccole realtà dei Comuni esistenti. Il bisogno di dare una mano all’area quella degli Alburni – Calore, altamente svantaggiata, con  un indice di spopolamento molto elevato, soprattutto a seguito  degli innumerevoli fallimenti delle poche imprese esistenti. Per questo il 30 ottobre 2014 a Padula (SA), in occasione dell’incontro pubblico, per la raccolta di adesione delle aziende al comitato promotore, abbiamo invitato i colleghi del CRA, oggi CREA, di Roma e Foggia, che si occupano di cerealicoltura. In questa occasione il dr Fabrizio Quaranta, ha presentato la rete nazionale dei grano bio duri italiani e ha consegnato i semi afferenti a 23 varietà, per tre ripetizioni, per poter testare questi grani e verificarne la risposta degli stessi ai nostri areali, valutandoli sotto l’ aspetto agronomico e produttivo. Sono stati consegnati anche campioni di spelta e farro e grani antichi messi a disposizione degli agricoltori che volevano testarne la coltivazione. In questa occasione, tre persone di tre areali interni si sono resi disponibili ad ospitare nel loro comune e nella loro aziende questi campi sperimentali, in particolare per il comune di Eboli (SA), che ha ospitato il primo campo di grano, il secondo campo è stato allestito nel comune di San Rufo, grazie alla disponibilità di Filippo Marmo; il terzo, campo per problemi logistici è stato rinviato al 2015″.
In questa fase ha contato molto la disponibilità di agricoltori e figure istituzionali locali…..
“Va dato un grande grazie a queste persone, in quanto su base volontaria e senza nessun rimborso, si sono resi disponibile a verificarne la coltivazione, si sono interfacciati e chiesto aiuto agli agricoltori , e così si sono create le prime reti e sinergie su un territorio, spolverati i vecchi saperi e sulle tecniche di coltivazione del grano. Dato che le parcelle erano appena di 10 mt cd, i lavori sono stati fatti tutti manualmente, dalla semina, alla copertura dei semi, alla mietitura, nonché la trebbiatura. Tanto lavoro e tanto amore, soprattutto per avvicinare il mondo della tradizione, ormai quasi perso, con il nuovo, ormai tutto meccanizzato”.
Quali sono le finalità del progetto? “Verificare la possibilità di mettere in coltivazione grani sia antichi che moderni, dove aver verificato l’adattabilità ai vari areali e verificato i livelli produttivi, suscettibilità alle malattie e livello di copertura del suolo e competitività con le malerbe. Ogni grano è stato studiato dai ricercatori del CRA, oggi CREA, sia sotto l’aspetto nutrizionale, contenuto di glutine ed allergeni. Quindi con queste valutazioni, a san Rufo ed Eboli, possiamo dare risposte certe, supportate dalla ricerca, su ciò che realmente l’agricoltore vuole coltivare e cosa poi mettiamo a disposizione del consumatore finale. Abbiamo verificato che le persone illuminate e disponibili a mettersi in gioco nei nostri territori, sono presenti; grazie a queste persone le sinergie sono possibili per dare risposte sempre più certe a tutte le persone che si interfacciano in una rete e in una filiera. Speriamo di aver avviato con questo lavoro, la base della filiera cerealicola. Questo conferma che IL PROGETTO INTEGRATO PER UN’ECONOMIA RIGENERATIVA è già sintesi di un percorso partecipato di governance territoriale, già avviato nell’anno 1999, quando ancora non si puntava sul benessere e la qualità, come oggi”

Quintino Di Vona

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