Uno scambio di scatole di cellulari all’acquisto e una donna del Vallo di Diano rischia di essere indagata per ricettazione

Due contenitori di cellulari invertiti, una possibile distrazione del negoziante, un furto e una indagine per ricettazione a una signora ignara di tutto. Accade nel Vallo di Diano, dove una donna, una imprenditrice, ha dovuto  fare i conti con una serie di inconvenienti e soprattutto con la Legge a causa di un iniziale scambio di scatole. Andiamo per ordine: la donna acquista un cellulare in un negozio del Vallo di Diano. Sceglie quello esposto in una vetrina. Il cellulare viene messo nella scatola e avviene l’acquisto. Qualche mese dopo l’acquisto però la donna viene chiamata dai carabinieri e accusata di ricettazione e furto. Il cellulare da lei usato risulta essere stato rubato a una ragazza di Sala Consilina. La donna, stupita, si reca in caserma e mostra scatola e scontrino d’acquisto. Ma il numero sulla scatola non è lo stesso del cellulare. La ragazza salese, infatti, per denunciare il furto del telefonino ha portato in caserma il contenitore, e ha fornito il numero presente sulla scatola. E quello è lo stesso del cellulare dell’imprenditrice. Insomma una situazione kafkiana dovuta con molta probabilità a uno scambio di contenitori al momento dell’acquisto. “Quando mi hanno chiamato i carabinieri – racconta l’imprenditrice – si può immaginare il mio stupore nel sentire le accuse a mio carico. Nella denuncia si parlava di furto avvenuto il 10 dicembre quando io, tra l’altro, ho acquistato il cellulare un mese prima. Ma per dimostrare la mia innocenza ho portato in caserma scatola e scontrino e sono rimasto ancor di più stupita dal fatto che i numeri (Imei) fossero diversi”. Scatta quindi il sequestro del cellulare della imprenditrice, come corpo del reato. “A questo punto – racconta ancora – sono andata dal negoziante per chiedere spiegazioni, senza però avere risposte esaustive”. L’imprenditrice e la derubata nel frattempo si incontrano, si chiariscono e la seconda ritira la denuncia. “La parte legale si è conclusa così – sottolinea la donna – anche se il mio cellulare risulta ancora sequestrato. Mi dispiace che in questa situazione senza aver fatto nulla ho rischiato di essere indagato per furto e ricettazione e non ho ricevuto scuse da chi doveva fornirmele”.

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