Strage di Sassano: inizia il processo d’appello per Gianni Paciello con un rinvio al 16 dicembre per mancanza del Giudice Relatore

Questa mattina ha avuto inizio il processo di Appello per Gianni Paciello, il conducente della vettura che travolse e uccise quattro ragazzi a Silla di Sassano. Ma l’udienza è durata pochi secondi per assenza del Giudice relatore. La prossima udienza quindi è stata fissata al 16 dicembre.  A Potenza, quindi, si deciderà sul ricorso presentato dagli avvocati del barista di Sassano, Alfonso Giuliano e Gennaro Lavitola, nel quale i due legali confutano diversi punti delle motivazioni della sentenza emessa dal giudice Salvatore Bloise. Paciello – si ricorderà – è stato condannato a 10 dieci e 4 mesi per la morte di suo fratello Luigi, dei fratelli Giovanni e Nicola Femminella di 17 e 22 anni e di Daniele Paciello di 15 anni, investiti e uccisi dalla sua Bmw davanti al New Club 2000 a Silla di Sassano. La Procura di Lagonegro aveva chiesto 8 anni.

I due avvocati nel ricorso hanno sottolineato delle incongruenze che – parer loro – si evincono sia nelle indagini portate avanti dalle forze dell’ordine che dalle varie perizie oltre che si è ribadito – così come fatto nelle arringhe finali – dei dubbi sulle analisi sul sangue di Paciello che evidenziarono un tasso alcolemico superiore alla legge (1.3 grammo per litro). E come nelle arringhe finali è  stata chiesta l’assoluzione in appello per Paciello (puntando sul possibile malore). Non solo, nel dossier difensivo dei due avvocati sono stati sollevati dubbi anche sull’impianto delle telecamere che ha ripreso l’incidente.

 

Nelle motivazioni il giudice Bloisie ha parlato – occorre ricordare – di “macroscopica imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme disciplinanti la circolazione stradale”. Le vittime – scorrendo le motivazioni – non avevano alcuna possibilità di evitare l’impatto e “non esiste alcuna circostanza che possa attenuare il grado della colpa”. Bloise, inoltre, ha sottolineato  che “l’evento è stato conseguente alla condotta di Paciello, che ha creato una gravissima situazione di pericolo determinato dalla potenzialità distruttrice devastante di un’auto di grossa cilindrata lanciata a velocità molto alta in maniera del tutto ingovernata e ingovernabile”.

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