Padula, nella tragedia lo strazio di una madre: “Seppelliteli insieme”. Funerali rinviati

“Seppelliteli insieme”. Un dolore incommensurabile: nella camera ardente dell’Ospedale di Polla si consuma lo strazio di una mamma che piange disperata il suo bimbo di soli 3 anni, vittima indifesa di un gesto incomprensibile. Il corpicino inerte di Samuele testimonia una realtà impossibile da accettare per una donna e per una madre, alla quale in pochi in queste ore hanno rivolto un pensiero.

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Lei si chiama Fortuna Russo, ma la fortuna si è esaurita nel suo nome. Perché la sua vita per certi versi già difficile e drammatica lo era: ma si è trasformata in tragedia nella notte tra lunedì e martedì a Padula. Quando il suo compagno, Antonello Fiore, con in braccio il piccolo e indifeso Samuele, è saltato giù da quel terrazzo, da una altezza di circa 15 metri.  Un impatto tremendo, che ha ucciso entrambi. Ma mentre la tragedia si consumava, Fortuna non ne era consapevole, né poteva minimamente immaginare un esito così sconvolgente. Almeno è questo che emerge dal racconto dell’avvocato Rossella lsoldi, che le è stata vicina in questi frangenti così tremendi. Non come legale, perché al momento Fortuna non ha bisogno di assistenza legale. Ma come supporto psicologico e umano. “Ancora in queste ore –racconta l’avvocato Isoldi-  Fortuna è sotto shock e fatica a rendersi conto della situazione reale. Anche perché lei della morte del suo bambino ha saputo solo ore dopo che la tragedia si era compiuta. In un secondo momento, in caserma. Si è prudentemente atteso la presenza di una psicologa dell’ASL per notificarle il terribile epilogo. Fortuna aveva sì visto i corpi sulla strada, ma in un primo momento le era stato detto che Antonello e Samuele erano stati trasportati in ospedale”. Solo dopo tempo, la notifica di una realtà impossibile da accettare. Anche nella camera ardente del Luigi Curto, davanti al corpo inerte del piccolo Samuele, Fortuna non riesce ad accettare questa enormità. È eccessiva per una donna, è troppo per una madre. Da quanto è emerso dalle prime ricostruzioni quella sera, prima della tragedia, c’era stata una lite. Ma nulla, secondo quanto raccontato da Fortuna, faceva pensare ad un epilogo così drammatico. “Non era la prima lite che avveniva tra le mura domestiche –spiega l’avvocato Isoldi- ma queste situazioni non sono mai state denunciate. Un po’ perché Fortuna amava il suo compagno, e sperava sempre che le cose potessero migliorare.  Poi perché, nonostante le liti, Antonello non aveva mai in alcun modo manifestato violenza nei confronti del bambino. Ed infine perché in ogni caso Fortuna si sentiva una donna sola nel Vallo di Diano, senza nessuno che avrebbe potuto supportarla nella sua situazione difficile”.

carabinieri

Ovviamente spetta alle indagini in corso chiarire ogni punto della tragedia. Ma resta una vita costernata di dolore quella di Fortuna, originaria della provincia di Napoli, e vittima spesso di situazioni che definire spiacevoli è forse un eufemismo. Ma mai così disperata come adesso. Nella camera ardente dell’Ospedale di Polla il dolore supera lo shock. La realtà incombe, schiaccia Fortuna con il suo pesantissimo maglio. “Seppelliteli insieme”. Lei chiede comunque che Samuele venga seppellito insieme al padre: “Che riposino insieme” . In questo momento è ospitata da una amica ed è stata raggiunta dalla figlia, che ha vissuto con lei fino a qualche tempo fa, prima di trasferirsi presso parenti a Napoli.

madre

Anche altri parenti in queste ore hanno raggiunto Fortuna da Napoli. Per abbracciarla, per donarle un po’ di calore umano e di affetto. A lei, che nella camera ardente continua a ripetere la stessa domanda: “Perché?”. Una domanda che forse resterà senza risposta. Resta invece lo strazio di una donna che non poteva immaginare un simile gesto dal suo compagno, e che per questo non si dà pace. Di una mamma disperata, alla quale in pochi nelle ore della tragedia hanno rivolto un pensiero, ma a cui la vita ha destinato il più grande dei dolori. I funerali in un primo momento dovevano svolgersi venerdì 27 gennaio alle 10:30 presso il cimitero di Padula. Ma nel tardo pomeriggio di oggi è arrivata improvvisamente la notizia del loro rinvio. La Procura di Lagonegro ha infatti disposto nuovamente il sequestro delle salme del 44enne di Padula e del figlio di 3 anni, per effettuare l’esame autoptico che sarebbe in programma per la giornata di venerdì 27 gennaio. Sulle salme in un primo momento era stato effettuato solo l’esame esterno. Al momento non si conoscono le cause di questa decisione da parte della Procura. Potrebbe essere dipesa da una richiesta proveniente dai familiari o da nuovi elementi scaturiti dall’inchiesta. Ricordiamo che a Padula stanno operando i SIS di Salerno.

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Una risposta

  1. Rino De Lucia ha detto:

    Faccio notare all’estensore dell’articolo che il termine “costernazione” (e suoi derivati, costernato/a) indica di per sé profondo dolore e sgomento. Per cui scrivere <> risulta sgradevolmente ridondante.

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