Sanità Pubblica, danni & beffe. A una signora valdianese referto ecografico intestato a altra persona e poi…

Sanità pubblica ancora una volta sotto i riflettori: commettere un errore è già grave anche se può capitare, quello che proprio non si possono accettare sono i modi arroganti. L’errore è il rilascio del referto di una Ecografia intestata a una persona diversa da quella che ha effettuato l’esame, ed i modi arroganti sarebbero quelli utilizzati dal primario del reparto quando i familiari hanno chiesto spiegazioni per quanto accaduto. Ovviamente parliamo di sanità pubblica, e l’episodio si è verificato presso l’Ospedale dell’Immacolata di Sapri, anche se la signora coinvolta vive nel Vallo di Diano.

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La signora Ester, figlia della paziente di 77 anni “vittima” dell’errore, ha contattato la nostra redazione per raccontare l’accaduto, precisando che probabilmente non lo avrebbe fatto se al danno subito non si fosse aggiunta la beffa di essere stata mandata quasi a quel paese dal primario. Questi i fatti raccontati da Ester: la mamma della signora, che risiede a Sala Consilina, necessita di una Ecografia alla carotide, che viene prenotata attraverso l’apposito numero dell’ASL di Salerno. Di effettuarla al Luigi Curto di Polla in tempi brevi non se ne parla proprio: l’attesa -le viene detto dal centralino ASL- sarebbe di diversi mesi. E così, a causa dell’urgenza, viene accettata la prenotazione presso l’Ospedale di Sapri, con una attesa di un mese circa. Certo un disagio per la signora di 77 anni che non risiede nel Golfo di Policastro, ma sicuramente il male minore. L’ecografia viene effettuata il 3 marzo scorso, ed il referto ritirato successivamente dai familiari. Sul referto c’è scritto che la paziente necessita di un ulteriore esame, una TAC, che viene quindi prenotata presso l’Ospedale di Polla. Per la TAC al Luigi Curto i tempi di attesa sono più brevi, e l’esame è stato effettuato lunedì mattina, il 3 aprile. Ma proprio al Luigi Curto di Polla si sono accorti di un grave errore nella documentazione presentata: sull’Ecografia effettuata a Sapri il nome della paziente è esatto, ma sul relativo referto (che contiene la richiesta della TAC) il nome della paziente è sbagliato, e si riferisce ad un’altra paziente. Facile immaginare lo sconcerto dei familiari, che non riescono a capacitarsi di un simile errore. Il dubbio a questo punto è che non solo il nome sul referto sia sbagliato, ma che possa esserlo anche lo stesso referto. E che la TAC effettuata a una paziente di 77 anni non fosse necessaria. Così la signora Ester chiama immediatamente il numero riportato sul referto, relativo all’Ambulatorio di Ecografia dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Sapri. E qui la vicenda si fa paradossale, sempre secondo quanto raccontato dalla signora Ester. “A rispondere -spiega Ester- è stato il primario: di fronte ai miei tentativi di chiedere spiegazioni ed essere rassicurata, sbrigativamente ha affermato di non aver effettuato lui l’esame, e che dovevo parlare con la dottoressa che l’aveva effettuato. Ma lei è il primario -ho insistito- ed io voglio sapere da lei cosa è accaduto e come è potuto accadere”. A questo punto -sempre secondo quanto raccontato dalla signora Ester -il primario si sarebbe innervosito e avrebbe risposto in modo sgarbato. “In fondo è stato solo sbagliato un nome, il referto è esatto” avrebbe asserito in modo sbrigativo, invitando la signora a recarsi presso l’Ospedale Saprese per risolvere la cosa, e sottolineando i propri impellenti e pressanti impegni di lavoro. E poi improvvisamente la linea “cade”. “Sono rimasta senza parole -spiega la signora Ester- per il modo in cui i pazienti della sanità pubblica vittime di un palese errore vengono trattati da un primario responsabile del relativo reparto. Ma non mi sono arresa e più agguerrita di prima ho richiamato lo stesso numero, al quale ha risposto lo stesso primario. Assicurando che la linea era “caduta” e non era stata volontariamente interrotta, ma continuando a rispondere irritato e con arroganza. Il messaggio era chiaro: lui aveva lavoro da fare ed io stavo facendo perdere tempo”. Nel corso della seconda telefonata la signora Ester avrebbe -sempre secondo il suo racconto- minacciato di adire alle vie legali, sporgendo denuncia per l’errore subito. Ha poi accettato di parlare con la dottoressa che aveva effettuato l’Ecografia, che secondo Ester “Si è mostrata più educata e disponibile del Primario, scusandosi per l’errore”. La dottoressa ha assicurato che anche se il nome della paziente era errato, il contenuto del referto era corretto, promettendo di inviare la versione corretta immediatamente via e-mail. Alla fine il referto corretto è arrivato, ma soltanto giovedì, dopo ulteriori 3 giorni di attesa, e altre telefonate da parte di Ester. Insomma un episodio di malasanità pubblica certamente meno grave di un errore in sala operatoria, ma che comunque ha creato disagi anche psicologici alla paziente e ai suoi familiari. “Gli errori possono capitare -sottolinea Ester- e sappiamo che gli operatori sanitari sono esseri umani sottoposti spesso a turni massacranti per le disastrose condizioni della sanità salernitana e campana. Ma resta l’assunto che “non dovrebbero capitare”, e se chi è dalla parte del torto pretende anche di avere atteggiamenti arroganti e presuntuosi, allora raccontare questa vicenda diventa obbligatorio da parte mia: quello che è accaduto rappresenta anche una ecografia del nostro malato sistema sanitario e di quello che noi utenti siamo costretti a subire”.

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