Vicenda Direttori dei Musei, è di Montesano SM l’avvocatessa che ha messo KO Renzi e Franceschini

Si chiama Monica Vassallo ed è originaria di Montesano sulla Marcellana l’avvocatessa che ha messo ko l’ex Premier Renzi ed il Ministro Franceschini nella vicenda dei Direttori dei Musei.

Ha dunque radici nel Vallo di Diano la sentenza del TAR del Lazio sulle nomine dei Direttori dei Musei che sta facendo discutere tutta l’Italia e non solo.

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Sono stati diversi a presentare ricorso, ma solo due sono stati in parte accolti dai giudici: in particolare ad impugnare la nomina dei Direttori Generali di quattro Musei per conto di Francesco Sirano, attuale direttore del Parco di Ercolano, è stata l’avvocatessa amministrativista valdianese Monica Vassallo. E la cosa non deve meravigliare: Monica oltre a svolgere con estrema professionalità la sua mission, esercitata oltre che a Montesano anche a Napoli e Matera, da sempre odia le ingiustizie e le combatte con tutte le sue forze, schierandosi dalla parte dei più deboli. Come ha già fatto nel caso della Vicenda Terna, rappresentando i cittadini di Montesano residenti nell’area della costruenda Stazione Elettrica nella vertenza contro la multinazionale. E come avvenuto anche nel caso delle nomine dei direttori dei musei, dove l’avvocatessa di Montesano ha difeso i diritti di Francesco Sirano, convinto di essere stato tagliato fuori in modo platealmente anti-meritocratico, come ha poi dimostrato la sentenza del TAR del Lazio. L’avvocatessa Vassalo ha impugnato 4 nomine, sia con ricorso che con ricorso con motivi aggiunti, dimostrando ancora una volta che la legge è legge e va rispettata.

monica vassallo

Monica ha individuato e perseguito diverse violazioni compiute con le nomine, tra le quali quella che riguarda la partecipazione di cittadini di nazionalità non italiana a concorsi per ruoli apicali e particolari della pubblica amministrazione. A differenza di quanto affermato da Franceschini, infatti, esistono norme del 2001 che impongono cittadini italiani per determinati concorsi come, ad esempio, quelli di prefetti, gli stessi magistrati amministrativi, o alcune fasce di dirigenza. Leggi che possono essere contestate o modificate, ma che in ogni caso vanno rispettate finché in vigore. Franceschini ha annunciato ricorso, e sarà il Consiglio di Stato a confermare o respingere la sentenza del TAR che annulla procedure e designazioni al Palazzo Ducale di Mantova, alla Galleria Estense di Modena, ai Musei archeologici di Taranto, Reggio Calabria e Napoli. Salvando, solo per il vizio formale di una notifica, il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, ma raccogliendo comunque le contestazioni sulle procedure seguite anche in questo concorso. L’annullamento delle nomine deciso dai giudici ha comportato una grandissima figuraccia internazionale e fatto infuriare Renzi e Franceschini, evidenti fautori della massima Machiavelica “Il fine giustifica i mezzi”. A dimostrarlo il twit renziano: “Abbiamo fatto bene a cambiare i Musei, abbiamo fatto male a non cambiare i TAR”. Forse avrebbero fatto bene a cambiare le leggi prima, a scrivere le deroghe necessarie per i concorsi. Perché le colpe della figuraccia difficilmente possono essere individuate nei giudici del TAR: le loro motivazioni parlano di una procedura “oscura” nella scelta dei “finalisti”. Di una “magmatica riconduzione” dei punteggi dei 10 candidati che avevano i voti più alti, di valutazioni “difficili da interpretare”. Di audizioni a porte chiuse, o via Skype, anziché aperte agli uditori come vorrebbero le regole. E scusate se è poco: i dubbi sono tanti. Ma se per chi governa “Il fine giustifica i mezzi”, che fine fanno le leggi e i diritti?

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Intanto resta la soddisfazione di una preparatissima avvocatessa del Vallo di Diano, specializzata in amministrativo e tributario che si batte contro i poteri forti e le ingiustizie: e vince.

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