È di Sala Consilina e si chiama Rina la nuova Testimonial della Lega Nazionale per la Difesa del Cane

Ha 3 anni, si chiama Rina ed è originaria di Sala Consilina la meticcia protagonista insieme a Memo Remigi della campagna pubblicitaria estiva della Lega Nazionale per la Difesa del Cane.

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“Non abbandonare il vero amico della Vita” il titolo della campagna che vede protagonista la simpaticissima Rina insieme a Memo Remigi per dire NO all’abbandono e ricordare l’importanza dell’amore incondizionato per gli amici a 4 zampe. L’immagine della meticcia valdianese è dunque destinata a diventare virale, anche grazie alla fotografa Silvia Amodio, che la aveva già ritratta insieme al proprietario Carmine Sabbatella anche nella recente pubblicazione “Human Dog, Alimenta l’Amore” realizzata per la Coop.

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Insomma Rina sta diventando sempre di più una Star, così come il proprietario Carmine Sabbatella, anche lui originario di Sala Consilina, artista dal talento poliedrico sempre più affermato e conosciuto, che vive tra Milano, Piacenza e il Vallo di Diano e del quale parleremo a breve in un altro apposito articolo. “Mio padre Antonio ha preso Rina -racconta Carmine Sabbatella- in Piazza Umberto I a Sala Consilina da un signore che la regalava. Io avevo da poco perso il mio amico a 4 zampe precedente, e così dopo delle mie rimpatriate nel Vallo di Diano sono rientrato a Milano con una «paesana»”. L’amore per i cani evidentemente si tramanda di generazione in generazione: non a caso il papà di Carmine Sabatella, Antonio, da ragazzo era stato ritratto dal fotografo Tonino Arpea nell’atto di togiere una spina dalla zampa di un cagnolino.

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La foto, intitolata “L’eterna Amicizia”, ha vinto diversi premi. Oggi l’amore per i cani è parte integrante della vita di Carmine, che l’ha ereditato dal papà. “Nel salotto di casa -scrive Carmine nella pubblicazione della Coop- è sempre stata esposta una fotografia in bianco e nero che ritrae mio padre seduto sul marciapiede di fianco a un sacco pieno di scorze di melone raccolte in campagna per darle ai maiali, mentre toglie una spina dalla zampa del suo cane. Si chiamava Friz e quell’immagine me lo presentava ogni volta che la osservavo e mi descriveva un periodo non facile del dopoguerra Italiano al Sud, dove un bambino poco più che dodicenne era già un uomo con dei doveri.

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Lo scatto, oltre che incorniciare quell’atto d’amore è stato per me una dottrina di vita, insegnandomi visivamente quell’atto educativo, volano di un imprinting nel rapporto col cane. I miei genitori mi hanno cresciuto insieme ai cani, ho imparato a camminare aggrappandomi al loro pelo. Oggi, che sono lontano da casa, ne ho uno che si chiama Rina ed è la mia coinquilina di vita. Come mio padre con Friz anche io, se necessario, mi siederò a prendermi cura di lei per dimostrarle la mia eterna amicizia”.

LINK CORRELATOhttp://www.legadelcane.org/non-abbandonare/

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