Lite politica a San Pietro al Tanagro. Il consigliere Aromando contro il sindaco: “Immobilismo amministrativo, nessun incentivo per giovani e paese”

Durante l’ultimo consiglio comunale di San Pietro al Tanagro è stato approvato il bilancio consuntivo (non votato però dalla minoranza). Per il sindaco Domenico Quaranta è stato un bilancio equilibrato con un avanzo di amministrazione. Ma questo ha trovato la risposta negativa della minoranza e anche della consigliera, eletta con la maggioranza, Piera Aromando, e da un po’ di tempo dissociata dal lavoro della squadra di Quarata. Aromando ha affidato al suo profilo Facebook un lungo pensiero che da una parte critica l’operato dell’Amministrazione, dall’altro propone alcune idee. Aromando attacca anche il primo cittadino per un passaggio “sessista” durante il consiglio.

“Guardando il rendiconto di gestione – ha scritto Aromando – noto l’immobilismo politico di questa amministrazione, zero spese e zero previsioni sui giovani, sulla formazione professionale e sul sostegno all’occupazione, sullo sport, sull’incremento di attività finanziare, sulla valorizzazione dei beni demaniali, sia storici che paesaggistico. Insomma zero sul futuro e un comune che non investe nel futuro è un comune immobile”.

La critica di Aromando poi punta sulla difficoltà di alcuni punti forti del comune. “L’inerzia politica non la si vede solo in questo ma anche nella gestione delle opere pubbliche, centinaia di migliaia di euro escono dalle casse del comune per la gestione ordinaria dei beni pubblici ma a che serve se poi le strutture sono chiuse? Il Polo Multimediale (la cosiddetta Biblioteca) chiuso, il Rifugio Montano chiuso, la Villa Comunale vuota, il Parco dei Mulini che un tempo era il nostro fiore all’occhiello, si presenta oggi ai fruitori con servizi igienici del tutto impraticabili”.

La Aromando punta il dito sull’immobilismo – secondo il suo parere – della gestione Quaranta. “Lo si percepisce non solo nella vita quotidiana ma anche nel rapporto con gli enti. Parlo dei comuni limitrofi, degli enti accreditati per la formazione presenti sul territorio comunale, degli IACP per esempio, le case popolari stanno cadendo a pezzi, eppure, presentammo il primo anno una perizia con il vecchio responsabile dell’ufficio tecnico comunale, sottolineando la necessità di interventi di lavori di manutenzione straordinaria mai attuati”.

E poi un ultimo affondo al primo cittadino. “Concludo, ricordando al Sindaco il quale, ha gentilmente sostenuto in consiglio elettorale che mi concedeva la parola per il gentil sesso, che non ho bisogno di concessione alcuna, parlo in quanto cittadina e il diritto alla parola è sancito dalla Costituzione Italiana. Se proprio dobbiamo parlarne ricordo al  Sindaco la sua inadempienza verso il gentil sesso, lui dovrebbe rammentare che è tuttora obbligo di legge inserire il gentil sesso in giunta. A questo punto sorge spontaneo porsi un interrogativo, se non ha ritenuto opportuno farlo all’epoca, risultando inadempiente a tutt’oggi, è forse perché la gentile concessione alla parola non ha mai voluto darmela? Ma riguardo la giunta non è un problema, non ho mai preteso nulla, ciò che volevo era semplicemente rispettare il programma e gli impegni presi con la cittadinanza”

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