La frana di San Rufo vista con il drone: per colpa di incendi e piromani il pericolo incombe sulla città indifesa

San Rufo violata e indifesa, in balia degli eventi franosi passati e futuri a causa degli incendi e dei piromani (GUARDA LE IMPRESSIONANTI IMMAGINI REGISTRATE DAL DRONE A SAN RUFO NEL NOSTRO VIDEO-SERVIZIO).

 

 

drone san rufo protezione civile padula

È questa la sensazione che si ha guardando le immagini realizzate dall’alto dal drone della Protezione Civile di Padula, impiegato a San Rufo su richiesta del sindaco Michele Marmo e del Genio Civile per quantificare i danni causati dalla frana ma anche per individuare altri potenziali pericoli.

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E purtroppo la sensazione che si ha guardando le immagini dall’alto non è quella di uno scampato pericolo, ma di una ferita ancora aperta e sanguinante. Partendo dalla SS 166, invasa in alcuni punti dall’ondata di fango, l’occhio del drone innalza a ritroso il suo sguardo sulla parete della montagna, mettendo a nudo tutto il danno irresponsabile causato dagli incendi delle ultime settimane.

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I roghi in alcune zone hanno arso completamente ogni tipo di albero e di vegetazione, mettendo a nudo terra e roccia. Ferite aperte e incancrenite, macchie scure, nere e grigie, che incombono ora minacciose e senza argini sul territorio sanrufese. Di qua si è staccata nella notte tra mercoledì e giovedì la massa di fango e detriti che è franata inesorabilmente a valle. Un dilavamento chiaramente causato dai recenti incendi boschivi: la pioggia che si è abbattuta in pochi minuti in grande quantità sulla zona ha fatto poi da detonatore, innescando lo slittamento della terra tramutata in fango, che ha trasportato con se pietre e quant’altro.

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Davvero un miracolo che quanto accaduto non si sia trasformato in tragedia, per merito anche, nella parte alta di San Rufo, di una struttura edilizia fortunatamente disabitata che ha fatto da diga e da argine alla frana. E così probabilmente si sono evitati pericolosi danni a edifici invece abitati, situati dall’altro lato dell’arteria stradale. E proseguendo verso il centro abitato cittadino si vede poi chiaramente la casa del signor Arsenio, invasa dalla marea di fango e detriti anche nei piani superiori. La frana che è stata, la frana che potrebbe tornare: è evidente che per proteggere San Rufo dai danni causati dagli incendi servono interventi complessi e costosi. Ma soprattutto urgenti.

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Tutto questo ha svelato dall’alto il drone dell’Associazione Protezione Civile Vallo di Diano di Padula, in dotazione ai volontati padulesi dallo scorso mese di giugno grazie all’iniziativa dell’Aperitivo Solidale messa in campo dal Rotaract Sala Consilina – Vallo di Diano. Il presidente del Rotaract all’epoca era Raffaele La Regina, farmacista di San Rufo, che ha rischiato di perdere ogni cosa a causa della frana sanrufese. Mai Raffale ed il presidente dei volontari padulesi Giuseppe Pisano avrebbero immaginato un battesimo di fuoco proprio a San Rufo, e a così breve distanza di tempo. Ma l’utilità dimostrata dal drone dei volontari padulesi dimostra che entrambi avevano visto giusto: programmazione seria e solidarietà ripagano di ogni sforzo.

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