Ragazza madre nigeriana sfugge agli aguzzini grazie a una struttura valdianese

Combattere per la propria vita, riprendersi la propria vita e donare la vita. Farlo anche grazie a operatori ed esperti del Vallo di Diano. Così una donna, una ragazza di origini nigeriana, è stata salvata e si è salvata da un destino atroce. La storia riguarda l’area nord del Vallo di Diano e non concentrarsi sui particolari (come l’attuale residenza della ragazza che pur si trova nel Vallo di Diano) è necessaria per tutelare la protagonista di questa storia. Maria (è un nome di fantasia), viene portata con l’inganno in Italia. I suoi “amici” la portano nella Penisola con la promessa di un lavoro. Ben presto si accorge che il sogno di un lavoro è  impossibile perché è caduta nelle mani di criminali. Questo raccontano gli operatori del centro dove ora è protetta. Centro che andrebbe citato ma che proprio per tutelare la ragazza non si può, ma il plauso va anche e soprattutto ai responsabili e operatori della cooperativa. Maria capisce che si trova in una pessima situazione. Non solo. E’ in attesa di un figlio, ha paura. Teme che i suoi aguzzini glielo portino via. Poi incontra qualcuno che le offre aiuto, un tetto, un pasto,  protezione per sé e per il suo nascituro. Per amore del bambino Maria si ribella allo sfruttamento e alla costrizione, si affida alla struttura che l’accoglie e la protegge. A pochi giorni da Natale Maria dà alla luce un meraviglioso bambino, il primo a nascere nel centro. Oggi Maria È  felice. Ha una famiglia, una struttura che non solo la ospita ma promuove per lei un progetto di vita, che valorizza le sue tradizioni e le sue competenze per aiutarla a costruire il suo futuro in Italia. La vita ha vinto.

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