Nick Di Brizzi, il legame con Sassano e il documentario. “Fight Like A Boss” inserito in un film festival a Los Angeles

fight like a bossLottare e vincere una dura battaglia, può essere riassunta così la vita di Nick  Di Brizzi, il 37enne nato e cresciuto a Chicago ma che ha un legame particolare con il Vallo di Diano e precisamente con Sassano, paese natale dei suoi genitori. Nick, infatti, è nato con una malattia genetica, la fibrosi cistica e in quegli anni l’aspettativa di vita non era maggiore dell’adolescenza. La patologia, però, non ha rappresentato un limite per la  famiglia del 37enne la quale insieme a Nick ha affrontato e superato le problematiche legate alla malattia cercando di trovare una soluzione. Ed insieme con la forza dell’amore ce l’hanno fatta. Da questo dolore Nick ne ha ricavato una grande forza che lo ha spinto a scrivere un documentario proprio sulla sua storia.

La sua vita, infatti, è diventata un cortometraggio dal titolo “Fight Like A Boss”, un messaggio che Nick ha voluto lasciare ai giovani come lui che convivono con la stessa problematica per dare loro forza e speranza. Un lavoro che è stato recentemente inserito in un film festival a Los Angeles.  Nel documentario Nick parla della sue difficoltà, delle sue cadute ma anche delle sue vittorie.

Nonostante le numerose problematiche legate alla fibrosi cistica, ho vissuto una vita molto attiva sia da bambino che da teenager. Ho giocato a calcio, basket, tennis e ho praticato boxe per la maggior parte della mia gioventù – ha detto Nick – all’età di 20 anni mi sono trasferito a Los Angeles per proseguire la mia carriera di attore ed agente immobiliare. Sapevo che le migliori opportunità sia per la mia carriera che per la mia salute erano in California dato il clima. Ho acquisito la licenza come agente immobiliare e ho preso parte nei  cast di vari film come CSI:NY  e varie pubblicità”.

Ma nonostante questi traguardi nella vita di Nick c’e sempre stato un elemento estenuante: la sua lotta contro la fibrosi cistica, che con l’avanzare degli anni è diventata sempre più  problematica portandolo a vivere con una capacità polmonare al di sotto del 25% dall’età di 21 anni.

Stando a quanto detto dai medici mi restavano non più di due anni di vita con quella capacità polmonare a meno che non mi sottoponessi ad un intervento di trapianto polmonare – ha spiegato Nick – dal 2014 i miei soggiorni ospedalieri erano diventati più lunghi e frequenti. Avevo necessità di ossigeno la mia capacità polmonare era scesa al 10%. Fu in quel momento che decisi di entrare in lista per un trapianto di polmoni. E fu in quell’esatto momento che decisi di realizzare il mio documentario. Sapevo di dover lasciare qualcosa al mondo nel caso non ce l’avessi fatta. Volevo che questa esperienza ed il viaggio verso i miei nuovi polmoni fosse documentato in modo da aiutare altre persone in futuro. Volevo usare questa terribile situazione e trasformarla in qualcosa di positivo”.

Così l’intervento avvenuto nell’ottobre del 2015 ha dato a Nick una nuova vita. Una parte del film mostra anche l’amore che ha ricevuto il 37enne dal paese natale dei suoi genitori, Sassano.

Ho richiesto al mio produttore di includere nel documentario una parte della storia di come un piccola comunità di un piccolo paese italiano – ha concluso Nick – si sia riunita per aiutare qualcuno che non vedevano dal 1999. Questo dimostra come il popolo del Vallo di Diano sia compassionevole e gentile nel suo animo. Qualcosa che non dimenticherò mai e che apprezzo con ogni singola fibra del mio cuore”.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *