Elezioni provinciali Salerno: ad ottobre il nuovo consiglio

Da Ottobre la Provincia di Salerno verrà adeguata al quadro istituzionale delineato dagli articoli di legge della recente Riforma delle Province attuata dal neo governo Renzi con legge del 7 Aprile e successive modifiche. Il primo passo verso il cambiamento sarà l’elezione del nuovo consiglio provinciale. Il presidente della Provincia di Salerno Antonio Iannone con decreto ha stabilito che il 12 Ottobre 2014 ci saranno le consultazioni per scegliere i componenti nonchè il presidente del Consiglio Provinciale di Salerno. Piccola grande novità: non saranno i cittadini a scegliere i rappresentanti politici della propria provincia, bensì Sindaci e consiglieri comunali dei Comuni ricompresi – recita la legge – nel territorio della provincia. A Salerno 158 Comuni per un totale di 1986 tra consiglieri e sindaci che dovranno scegliere  i 16 Consiglieri della Provincia di Salerno. 1986 consiglieri, poco meno dello 0,19% rispetto al milione di cittadini, precisamente 1092876 secondo le stime dell’ISTAT, residenti nella provincia Salernitana, avranno la responsabilità di individuare i nuovi amministratori provinciali. L’elezione si svolgerà tutta nel Palazzo Sant’Agostino, è nella Sala Consiliare che il 12 Ottobre verranno aperti i due seggi. Dalle ore 8 alle ore 20 gli amministratori dei 158 Comuni Salernitani si recheranno nell’urna e sceglieranno, probabilmente due nomi, un maschio e una femmina tra le liste dei candidati concorrenti. Ogni lista avrà un minimo di 8 e un massimo di 16 candidati. Ogni lista di candidati a consigliere avrà bisogno di almno 41 sottoscrittori. Invece la candidatura alla presidenza del consiglio provinciale dovrà ottenere almeno 121 sostenitori. Termine ultimo per la presentazione delle liste è il 22 Settembre prossimo. Neanche un mese per formare liste e scegliere il candidato alla presidenza del Consiglio Provinciale, lavoro duro per partiti e partitini dei consiglieri comunali che in questi giorni stanno intensificando il traffico telefonico. Mai come questa volta la tanto agognata “rete dei comuni” è così stretta.

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