Ergon S.p.a: 24 lavoratori in cassa integrazione. Sit in di protesta. le ragioni dei lavoratori e dell’azienda

Sit in di protesta  di 24 lavoratori della società Ergon S.pa. e del Consorzio di Bacino Sa 3 che da questa mattina sono stati collocati in regime di cassa integrazione. Una situazione ed una scelta aziendale per nulla condivisa dagli operai che dalle prime ore della giornata di oggi hanno deciso di far sentire le loro istanze. I lavoratori chiedono all’azienda “chiarimenti sulla cassa intergrazione, non comunicata, né discussa o concordata con i sindacati, come si legge in una nota ufficiale di CGIL e FILAS”. I dipendenti hanno denunciato “quantità ingenti di rifiuti stipati nei capannoni del centro di Polla e la mancanza di applicazione delle norme previste dalla legge 626 sulla sicurezza sul lavoro”. Noi naturalemnte abbiamo ascoltato anche le ragioni dell’azienda incontrando il Dott. Pasquale Capozzoli il quale in merito alla cassa integrazione e alle denunce fatte dagli operai ha chiarito: “prima di avviare la cassa integrazione è stata protocollata una comunicazione all’Ormel , ora siamo in attesa del decreto regionale. Siamo un’azienda in liquadione che ha perdite per un milione e 250 mila euro l’anno. Dovevamo licenziare 30 persone, ha aggiunto Capozzoli,  ma invece abbiamo cercato di attivare gli ammortizzatori sociali che esistono, per evitare licenziamenti o  mobilità. Ma qualcuno non l’ha capito”. Per quanto riguarda i rifiuti stipati nei depositi della sede di Polla, Capozzoli aggiunge “Ad agosto gli impianti chiudono e non ricevono rifiuti.  Abbiamo ripreso da questa mattina a mettere in atto lo smaltimento. Nel giro di una settimana la situazione ritornerà nella norma. Lo stesso percolato viene raccolto e smaltito. Credo, davvero,  ha aggiunto Capozzoli, che questa sia una situazione strumentalizzata non so perché e da chi”. La situazione economica dell’azienda è di grande difficoltà anche perché, termina il Commisario Capozzoli “abbiamo 30 persone in più. L’azienda ha scelto di non ribaltare i costi del servizio rifiuti sui comuni e sui cittadini. Se qualcuno se la sente di assumersi la responsabilità di ribaltare i costi, ossia di aumentare i costi del servizio rifiuti, per far mantenere il posto a quei lavoratori in più, si faccia avanti”.   Intanto le sigle sindacali CGIL e FILAS attraverso una nota denunciano che la procedura di cassa integrazione messa in atto nei confronti dei 24 lavoratori è stata attivata “ senza nessun accordo con le organizzazioni sindacali e senza essere validata presso l’Ormel e senza nessuna comunicazione preventiva al sindacato”. I lavoratori, hanno indetto per domani presso la struttura della zona industriale di Polla un’assemblea alla quale è stata invitata anche la direzione aziendale.

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