Omicidio Di Gloria: per il medico legale a causare la morte non è stata la coltellata.

Salerno – Entra nel vivo il processo per l’omicidio di Nicola Di Gloria che vede come unico imputato il 32enne di Polla Giuseppe Petrillo, fino ad ora presente in aula a tutte le udienze e detenuto presso la casa circondariale di Sala Consilina Di Gloria sarebbe morto non in seguito ad una coltellata all’addome ma dopo essere stato sormontato con un’auto. Venerdì si è tenuta la quarta udienza presso la Corte di Assise di Salerno ed è stata un’udienza che stando a quanto emerso nel corso del dibattimento potrebbe aver segnato un punto a favore dell’accusa rappresentata dal PM Carlo Rinaldi. In aula sono stati ascoltati in qualità di testi due medici legali, il dottor Cozza che ha fatto la ricognizione sul cadavere di Nicola Di Gloria subito dopo il suo ritrovamento in località Intranita nel comune di Polla la sera dell’8 maggio del 2010 ed il dottor Mastrangelo che invece, ha effettuato su incarico della Procura della Repubblica di Sala Consilina, l’esame autoptico sul corpo del pensionato.  Nicola Di Gloria aveva 61 anni, ex dipendente dell’Asl 3, è stato ucciso tra il 7 e l’8 maggio del 2010 sulle montagne di Polla. Nell’aula della Corte di Assise quello che è andato in scena è stato uno “spettacolo” per stomaci forti ma necessario per rendere chiari, dal punto di vista del medico legale nominato dalla Procura, alcuni aspetti ritenuti fondamentali per fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte del 61enne ed in quale modo lo stesso sarebbe stato ucciso da colui che per l’accusa è l’assassino, Giuseppe Petrillo. Nel corso del dibattimento sono state infatti mostrate le foto scattate durante lo svolgimento dell’autopsia. L’avvocato di parte civile nominato dalla famiglia della vittima è l’avvocato Sebastiano Tanzola. Il dottor Mastrangelo ha quindi ripercorso tutti passaggi della vicenda mettendo in evidenza che Di Gloria mentre si trovava in auto ha si subito un aggressione ed è stato colpito con una coltellata. Ma il fendente non ha leso organi vitali e non avrebbe pertanto potuto causarne la morte, bensì a determinare l’emorragia che ha ucciso Nicola Di Gloria sono state le lesioni agli organi interni causate dal passaggio sul suo corpo dell’auto, la stessa sulla quale il pensionato si trovava con il suo aggressore. Mastrangelo ha confutato quindi la tesi della difesa secondo la quale il colpo inferto con la coltellata sarebbe stato da solo sufficiente a causare la morte. L’imputato è difeso dall’avvocato Teresa Sorrentino. Il consulente della Procura ha invece fatto vedere con il supporto delle foto che la coltellata non avrebbe potuto uccidere il pensionato. L’udienza si è conclusa dopo circa tre ore. Lunedì 3 dicembre si ritorna nuovamente in aula, questa volta saranno ascoltati i Carabinieri della Sezione Investigativa Scientifica di Salerno.

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