Polla (SA): la stazione riapre le sue porte. Primo passo verso la riattivazione della ferrovia o sulle tracce di una civiltà perduta?

Esattamente un mese fa, con le nostre telecamere, ci eravamo recati presso l’ ex stazione ferroviaria di Polla, dove erano in atto i lavori di manutenzione e riqualificazione dei locali dello scalo. Fino a una settimana fa infatti, non era possibile accedere all’interno della sala d’attesa, ma in virtù del lavoro di alcuni temerari la situazione è decisamente cambiata. La Pro Loco Tanagro Pollese, con “falce e martello” e tanta buona volontà, ha ripulito l’area interessata, rendendola ora agibile per turisti e pendolari, che ogni giorno sostano nei pressi della zona. Rimosse sterpaglie ed erba, anche i binari hanno rivisto la luce. Ora l’area ha cambiato volto, grazie ad un’iniziativa partita dai cittadini. I locali in questione saranno anche il quartier generale della Pro Loco Tanagro Pollese, grazie alla stipula di un contratto di comodato d’uso gratuito con Ferservizi. Il Presidente Nicola Abate, infatti, fa sapere che “sarà compito dell’associazione, tenere in buono stato l’edificio”. Intanto, il progetto avviato a Polla, è stato preso in esame anche da altre realtà della zona, per sottrarre le stazioni dal degrado e dai vandali. Diversi comuni hanno ricevuto la proposta di comodato gratuito degli scali e il modulo da spedire alla direzione territoriale RFI di Napoli-fanno sapere dal “comitato per la riattivazione della SI-LG”. È stata inviata anche la richiesta di installazione di un’obliteratrice nella stazione di Polla. Primo passo verso la riattivazione della Sicignano-Lagonegro, con tante attività per rilanciare la ferrovia. Il secondo passo sarà la firma dei documenti d’intesa e le delibere di Consiglio . La prima delibera, arriva da Padula. Il Consiglio comunale della città della Certosa, ha espresso  la volontà di riavere la sua ferrovia, per il ripristino della linea. A Casalbuono invece, il Sindaco ha emanato un avviso pubblico, rivolto a tutte le associazioni della cittadina, per l’affidamento della stazione. Ma il processo di riqualificazione parte da lontano e non certo solo nel Vallo di Diano. A partire dalla metà degli anni Novanta, infatti, le Ferrovie dello Stato hanno ceduto in locazione o comodato  d’uso gratuito a enti locali, privati e associazioni non profit,  numerose stazioni  impresenziate, ovvero quelle in cui non opera più personale ferroviario addetto  alla circolazione dei treni  e ai servizi commerciali. In molti casi, solo dopo alcuni anni,  il progetto comincia a dare i frutti sperati.  Questa ricerca, promossa e coordinata dal Dipartimento delle Politiche  Sociali delle Ferrovie dello Stato  Spa in collaborazione con l’agenzia d’informazione Redattore Sociale, ha  concentrato la sua attenzione sugli impianti ferroviari impresenziati la cui gestione è stata affidata a enti locali e associazioni esclusivamente per scopi sociali, turistici o culturali. Ma c’è anche chi apostrofa il processo di recupero delle stazioni a uso sociale “ come un fallimento”. Un  aspetto che invece riveste  un ruolo fondamentale. Un’opportunità con queste strutture, che come nel caso di Polla, si  presta ad un uso interessante per le  amministrazioni locali e le varie realtà dell’associazionismo. In Italia sono tantissime le stazioni trasformate in luoghi di aggregazione sociale e sedi di enti e associazioni.  In altri casi le linee ferroviarie dismesse, sono diventati percorsi turistici, piste ciclabili e strade per gli amanti del trekking. Un esempio è quello della tratta ferroviarie Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina, situata al termine della linea ferroviaria Belluno–Calalzo. La ferrovia delle Dolomiti era una ferrovia di montagna a scartamento ridotto che tra il 1921 e il 1964 ha collegato Calalzo di Cadore, Cortina d’Ampezzo e Dobbiaco; tra le province di Belluno e Bolzano. Successivamente invece ha costituito una “greenway”, un anello della ‘Lunga via delle Dolomiti’, una rete di itinerari ciclabili tra il bellunese e il sud Tirolo. Tornando a casa nostra, nel vallo di diano, il concetto di “greenway”, è stato messo in atto dalla Sezione di Salerno del Club Alpino Italiano, impegnata nel recuperare la linea ferroviaria “Sicignano – Lagonegro” come “greenway” del Parco Nazionale del Cilento ,Vallo di Diano e Alburni. La Sezione in questi anni, ha più volte organizzato dei “trekking ferroviari” lungo la tratta, tra le Stazioni di Polla e Petina. Il primo “Trekking ferroviario sulla Sicignano – Lagonegro”, è  avvenuto nel  giugno 1995. Undici anni dopo, nel 2006, la Sezione di Salerno del CAI, organizzò un convegno a Palazzo Sant’Agostino, dal titolo ”I precursori del treno trekking”. A parteciparvi furono allora, gli Assessori Provinciali ai Trasporti (Rocco Giuliano) e alle Politiche Ambientali (Angelo Paladino), nonché il Prof. Giulio Senes, vice Presidente dell’Associazione Italiana Greenways . Queste camminate o se preferite marce in mezzo a binari e ponti, una volta attraversati da locomotive e vagoni, sono diventate sempre più frequenti, con appassionati, foto-cine reporter, sportivi e temerari alla ricerca di nuovi posti da scoprire. Le stazioni e i binari del Vallo di Diano sono  immersi tra la fitta vegetazione, che talvolta si mostra clemente lasciando  spazio a dei piccoli sentieri, percorribili solo con scarponi ed un equipaggiamento adatto. Una volta abituata la vista alla penombra del bosco, si notano le strutture e i prefabbricati ormai dimenticati. L’emozione della scoperta è simile, per certi versi, a quella dell’esploratore sulle tracce di una civiltà perduta.

 

 

 

 

 

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Una risposta

  1. Katia ha detto:

    E’ un’iniziativa molto carina ma al tempo stesso un fallimento e la fine delle speranze di tutte le persone che credevano ancora in un possibile recupero della tratta ferroviaria in oggetto….anche se forse queste speranze dovevano già venir meno quando sono stati “sepolti” i binari dall’asfalto…..

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