Cantieri boschivi: introdurre la figura del direttore dei lavori. Il presidente Curcio porta a Riva del Garda le istanze dell’Ordine di Salerno.

Proporre alle Regioni di introdurre la figura del direttore dei lavori nei cantieri di utilizzazione boschiva, “che non sono da ritenersi di secondaria importanza rispetto ai cantieri edili o delle opere pubbliche in generale”. E sensibilizzare gli organi di governo territoriale a rimuovere resistenze o posizioni inique nei confronti della categoria. Sono due tra i punti salienti dell’intervento che il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Salerno, Beniamino Curcio, svolgerà al XV Congresso Nazionale degli Agronomi e Forestali, in programma a Riva del Garda, in provincia di Trento, da giovedì 16 a sabato 18 maggio. Un esempio della disattenzione degli enti locali nei confronti della categoria viene proprio dalla Regione Campania, dove, racconta il presidente Curcio, “il Settore Ecologia ha scritto, nel provvedimento che disciplina la valutazione di incidenza in aree protetta della Rete Natura 2000, che la relazione può essere redatta da un esperto della materia a prescindere dal possesso del titolo di studio. Una indicazione questa – denuncia Curcio – davvero assurda ed offensiva, visto che sono in gioco aspetti importanti che riguardano la funzionalità ecosistemica di aree di pregio ambientale e naturalistico che si vogliono tutelare. Ovvero di sistemi biologici complessi in cui gli organismi viventi (piante ed animali) interagiscono tra di loro e con l’ambiente. Tutti elementi, questi, che di certo non possono che essere analizzati da chi possiede conoscenze e competenze specialistiche, che trovano proprio nel dottore agronomo e dottore forestale la figura professionale più pertinente, anche se non esclusiva”.  Ma il congresso nazionale di Riva del Garda servirà agli agronomi soprattutto per fare il punto sulla riforma delle professioni avviata dal governo Monti. Il presidente Curcio ne analizza luci e ombre. Tra le prime, “l’introduzione di norme stringenti come il tirocinio obbligatorio qualora previsto dall’ordinamento professionale, la formazione continua e permanente dei professionisti e l’assicurazione  obbligatoria sulla responsabilità civile”. Lascia perplessi, invece, l’introduzione, con la legge di stabilità 2011, delle Società tra professionisti: “Vi è il serio rischio – afferma il presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Salerno – che si vengano a costituire sul territorio una serie di centri di aggregazioni di capitali e competenze professionali destinate a diventare sempre più grandi e invadenti e, di riflesso, ad offuscare quei liberi professionisti che, per scelta o per difficoltà di varia natura, potrebbero non reggere il passo. Si pensi, ad esempio – continua Curcio – al potere contrattuale che tali strutture ben organizzate avrebbero nei rapporti con gli Enti pubblici, sempre più a corto di fondi e perciò inclini ad accogliere proposte progettuali che provengono da gruppi  specialistici, di elevata capacità tecnica e finanziaria e, come tali, in grado di anticipare progetti e spese che il singolo professionista non potrà mai fare. E’ doveroso, perciò, chiedersi cosa dovranno fare da oggi gli ordini per evitare che le Stp, anche per aggregazioni successive, possano assumere una connotazione oligopolistica”. Un’altra grossa questione è destinata ad aprirsi con l’abolizione delle tariffe. Il rischio, sottolinea Curcio, è che la liberalizzazione dei compensi possa “generare situazioni di vera e propria svendita del lavoro professionale”.  Un’ultima riflessione il presidente Curcio la dedica ai giovani professionisti: “Dobbiamo capire da oggi cosa possono fare gli ordini per loro, che probabilmente saranno quelli che, più di altri, hanno bisogno di incoraggiamento e di guida. Di certo i giovani non potranno più fare affidamento solo su quella piccola “protezione” inserita nel codice degli appalti e che riguarda l’obbligo da parte delle Associazioni temporanee tra professionisti (ATP) di inserire nel gruppo un giovane professionista. Poca cosa, soprattutto oggi che i bandi degli Enti pubblici sono sempre di meno e sempre più selettivi, anche per via della crisi economica che ci costringe a guardare al settore pubblico non più come ad un committente privilegiato, così come lo è stato in passato. Per i giovani – conclude il presidente Curcio – bisogna trovare qualcosa di più strutturale e per questo ci possono essere di aiuto proprio le Stp, sempre che il nobile obiettivo del miglioramento delle competenze e dell’espansione dell’attività lavorativa, anche attraverso un’offerta integrata e interdisciplinare, prevarrà sul non auspicabile tentativo di utilizzare le Stp come strumento per aumentare i profitti”.

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