Regione Campania: i geologi insieme per prevenire il rischio idrogeologico.

FRANCESCO PEDUTO PRESIDENTE GEOLOGI CAMPANIA
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FRANCESCO PEDUTO PRESIDENTE GEOLOGI CAMPANIA

 

GUARDA L’INTERVISTA A FRANCESCO PEDUTO, PRESIDENTE ORDINE GEOLOGI REGIONE CAMPANIA 

 

Dal 1963 al 2012 ben 782 comuni italiani hanno subito inondazioni e frane con conseguenti ingenti danni, se non addirittura vittime, come in Sardegna, ma anche come in passato in Liguria, in Campania, in Sicilia, in Calabria, ecc ”. Lo ha affermato Francesco Peduto, Presidente Ordine Geologi della Campania.  E proprio dalla Campania parte un modello innovativo di prevenzione perché grazie all’intesa firmata da Regione Campania, Ordine dei Geologi e Federazione degli Ingegneri, 500 geologi e 500 ingegneri, saranno parte integrante dei Presidi Territoriali sul territorio campano. “La Regione Campania – afferma Francesco Peduto Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania – sarà la  prima regione italiana che adotterà in modo compiuto i Presidi Territoriali, fondamentali, a mio avviso, per una efficace lotta preventiva al dissesto idrogeologico ed idraulico e come coadiuvante alle azioni di protezione civile sia in ‘tempi di pace’ che in seguito ad eventi calamitosi. Al momento sono stati selezionati i primi 48 geologi e 48 ingegnieri che prenderanno parte ad uno specifico corso di formazione che si terrà presso la Scuola Regionale di Protezione civile ‘E. Calcara’, tenuto da docenti universitari e personale specializzato dell’Arcadis e delle Autorità di bacino e che si metteranno a disposizione della cosiddetta ‘zona di allerta 3′, indubbiamente la più pericolosa, perché quella interessata dal rischio colata rapida di fango, la stessa tipologia di frana che si è avuta a Sarno nel 1998 e che nei comuni interessati ha fatto 160 vittime”. “E’ una vittoria dei Geologi – continua Peduto -che da circa 10 anni si battono per questa importante iniziativa, che fu sperimentata per la prima volta proprio nel corso dell’emergenza Sarno e che consentirà di affiancare ai più tradizionali metodi di intervento sul dissesto idrogeologico anche i cosiddetti “interventi non strutturali”, quali appunto il presidio territoriale, tanto più importante, per la salvaguardia innanzitutto della vita umana, quanto minori sono i fondi a disposizione per gli interventi di risanamento di aree in dissesto”. “A nome della categoria – conclude Peduto – invitiamo l’Ass. Cosenza, a cui manifestiamo gratitudine per aver creduto in questa iniziativa e per averla con coraggio portata avanti, ad estendere al più presto i presidi territoriali anche al restante territorio campano, così come d’altronde previsto, anche in considerazione dell’intensità e della ricorrenza di eventi alluvionali e di dissesto idrogeologici estremi, che si susseguono sempre più spesso con conseguenze catastrofiche, come quelle degli ultimi tragici avvenimenti appena verificatisi in diverse regioni d’Italia con apice in Sardegna”.

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