Abusi edilizi a Sanza e Petina : denunciate 7 persone. Gli illeciti nel cuore del PNCVDA


Nell’ambito dell’attività di contrasto agli eco-illeciti mirati alla prevenzione e repressione dei reati in materia urbanistico edilizia e di difesa del patrimonio ambientale, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Vallo della Lucania, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria sette persone nei comuni di Petina e Sanza, responsabili di aver commesso abusi edilizi e deturpamento di bellezze naturali. I reati ambientali venivano perpetrati in zona sottoposta a vincolo idrogeologico, paesaggistico-ambientale, all’interno dell’area Protetta del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, ricadenti nel Sito d’Interesse Comunitario e  Zona a Protezione Speciale.  Gli uomini del Comando Stazione Forestale di Petina hanno avuto modo di riscontrare in località “S. Biagio”,  la realizzazione di  strutture in cemento armato non ancora ultimate.
  Le verifiche effettuate durante il sopralluogo hanno consentito di appurare che le opere e, più precisamente una residenza tri- familiare, era stata realizzata con il permesso a costruire e altre autorizzazioni scadute, oltre che realizzata in modo difforme da quanto originariamente progettato ed autorizzato.
Accertato l’abuso i forestali hanno denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Lagonegro i titolari del Permesso a Costruire, il progettista e direttore dei lavori, il collaudatore e la ditta esecutrice dei lavori, i quali dovranno rispondere a vario titolo per il reato di abusi edilizi. Gli uomini del Comando Stazione Forestale di Sanza hanno scoperto in località “Festole”, la realizzazione ex novo di un manufatto di circa 100 mq con un volume totale pari a 300 metri cubi, adiacente ad un preesistente manufatto rurale di antica edificazione completamente abusivo, poiché realizzato in totale assenza di titoli abilitativi e degli occorrenti nulla osta degli Enti preposti alla salvaguardia del territorio. I Forestali, hanno quindi deferito alla Autorità Giudiziaria di Lagonegro, un 56enne conduttore del fondo, il quale durante le operazioni di accertamento ha ammesso di aver realizzato il manufatto senza acquisire le dovute autorizzazioni.

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