San Pietro al Tanagro (SA): intitolata l’aula consiliare al Senatore Enrico Quaranta

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Si è tenuta nel pomeriggio di ieri, presso la Casa Comunale di San Pietro al Tanagro, l’intitolazione dell’aula consiliare al Senatore Enrico Quaranta, più volte sottosegretario di Stato e Sindaco del Comune per tre decenni, una figura storica del socialismo salernitano. Nel corso della cerimonia, in occasione del trentennale della morte del Senatore Quaranta, è stata scoperta un’epigrafe marmorea.

La folta platea presente, costituita dai familiari di Enrico Quaranta, da istituzioni politiche e da tanti cittadini,  ha dimostrato la profonda stima nutrita nei confronti di un uomo, al quale, indipendentemente dalle proprie posizioni politiche, si deve riconoscere una profusione comparabile in poche personaggi politici del momento, per il sud Italia. La sua brillante carriera politica lo ha visto Sindaco di San Pietro al Tanagro, Presidente di vari Enti, Deputato e Senatore della Repubblica, Vice Presidente dell’Organizzazione Mondiale del Turismo. Quaranta, inoltre, è stato Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici nel V Governo Fanfani, e nel I Governo Craxi Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri fino al 16 marzo 1984, giorno della sua improvvisa e tragica morte. Ha fatto parte del Gruppo del Partito Socialista Italiano, è stato membro della  6° Commissione permanente Finanze e tesoro e membro della 11ª Commissione permanente Lavoro. Nel corso del suo intervento, il Sindaco Domenico Quaranta ha riportato un’interessante dichiarazione di Quaranta che ben descrive che tipo di politico sia  stato Enrico Quaranta. Alla domanda che gli venne rivolta da un giornalista  “In campagna elettorale ogni candidato si presenta come il “Senatore della vostra terra promettendone la scura rinascita. In cosa ti senti tu diversi dagli altri?, Quaranta rispose “Ogni paese ha il governante che si sceglie.  Però il tempo delle anime morte è ormai sepolto. La gente non sopporta più che un quidem si alzi la mattina e decida di fare il Senatore. Non si può più tollerare che i senatori eletti ritornino  nei loro collegi dopo cinque anni per controllare soltanto il pacchetto delle anime morte mantenuto in frigo dai galoppini locali”.

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