Salerno: prima forma di cannibalismo in Europa

Ciò che poteva sembrare un film horror si è rilevato fatto concreto, consumatosi in un appartamento a Torrione Alto l’anno scorso a luglio, i cui protagonisti sono stati una madre e il proprio figlio. A sciogliere l’enigma è stata la perizia, portata a termine dai professori Luigi Mastrangelo e Pietrantonio Ricci consulenti tecnici del magistrato Maria Carmela Polito titolare dell’inchiesta, che ha descritto il terrificante matricidio della settantasettenne Maria Pia Guariglia, ex insegnante. Le indagini sono andate avanti, arrivando ad una svolta raccapricciante. Si tratta, oltre che di matricidio anche del primo caso di cannibalismo in Europa. Il matricida, armatosi di una bomboletta di schiuma da barba, avrebbe ucciso la donna dopo un futile litigio, non soddisfatto, dopo aver inveito contro il corpo tagliandolo a pezzetti, ne avrebbe ingerito alcuni resti. Successivamente l’uomo pentito del proprio gesto ha cercato di ricucire corpo della madre. Già durante l’agosto dell’anno precedente, in seguito alle analisi del Consulente di Medicina legale, Antonello Crisci, il Giudice preliminare per le indagini aveva individuato come possibile autore dell’efferato delitto Lino Renzi, di anni 45. A parere di Crisci, Renzi era incapace di intendere e di volere, per questa motivazione, venne ricoverato presso un ospedale psichiatrico giudiziario, in attesa dello spostamento da parte del “Dap”, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in una struttura per lui più consona.

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