Morte Maria Dorotea Di Sia: il comune di Bisceglie richiede rimborso spese alla famiglia

A Maggio scorso la famiglia Di Sia era stata colpita da un tragico lutto. Maria Dorotea Di Sia, molto nota a Sala Consilina dove aveva vissuto gran parte della sua adolescenza, non ancora 26nne perse la vita in un incidente d’auto nel comune di Bisceglie in Puglia. Maria Dorotea era in compagnia del ragazzo e di altri due amici, quando l’auto su cui erano a bordo si schiantò contro un pilastro in muratura di una villa in costruzione. Nell’impatto Maria Dorotea perse immediatamente la vita. Sul luogo dell’incidente accorse la Polizia Municipale del comune di Bisceglie che “in piena autonomia – si legge nella nota della famiglia – decideva di rivolgersi ad un’agenzia funebre per la rimozione del corpo della povera ragazza che veniva portata all’obitorio dell’ospedale di Bisceglie un km dal luogo dell’incidente, anziché farla trasportare – continua la nota – dal servizio mortuario dell’ospedale” . A distanza di tre mesi, alla famiglia Di Sia al ricordo ancora doloroso di una figlia e di una sorella radiosa purtroppo scomparsa prematuramente si aggiunge ora “il disagio” per una “situazione incresciosa, incredibile ed inumana”, come denunciato sempre nella lettera della famiglia Di Sia. Il comune di Bisceglie avrebbe inviato alla famiglia Di Sia “l’assurda richiesta di rimborso spese per il servizio di rimozione”, con tanto di fattura. E in seguito al mancato pagamento della fattura, sempre il comune di Bisceglie avrebbe ritenuto opportuno inviare sollecito di pagamento per il servizio assicurato con riscossione forzosa della somma entro i sette giorni. La famiglia si dichiara scioccata dalle pretese del comune, viste anche le disposizioni di legge che – si legge nella nota – imporrebbero l’uso del servizio pubblico nella rimozione delle salme quando l’ospedale, come nel caso di Bisceglie, “dispone di un proprio servizio mortuario”. Una vicenda assurda che purtroppo rigenera un dolore mai sopito. La famiglia spera in un celere intervento del Sindaco di Bisceglie per annullare tali  provvedimenti.

Una risposta

  1. Rinux ha detto:

    Se il servizio era dovuto non si capisce perché il comune di Bisceglie intenda rifarsi sulla famiglia della povera ragazza. Al dolore si unirebbe la beffa…

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