Bacino del Sarno (SA): come la Terra dei Fuochi, aumentano i tumori

Ogni 100 decessi circa 65 sono causati dal cancro. Sono i numeri drammatici emersi da un dossier che l’Amdot, l’Associazione malati, trapianti e donatori di organi ha svolto nei comuni dell’Agro in collaborazione con Spes e Progetto Agro. Dal dossier è emerso che le principali cause di morte nell’agro sono la leucemia, il tumore ai polmoni, all’apparato digerente e alle ossa ma anche degenerazione degli apparati neurovegetativi o cardiovascolari. L’allarme è stato lanciato dopo alcuni studi epidemiologici effettuati a livello nazionale che hanno permesso di inserire il bacino idrografico del Sarno nell’elenco dei 21 siti più inquinati in Italia. Amaro il commento del presidente Spes, Maria Rosaria Vitiello al quotidiano Il Mattino: «L’aumento delle patologie è dovuto a due principali fattori: l’inquinamento ambientale e la mancanza di adeguati piani di prevenzione». Tra le proposte del presidente Vitiello l’istituzione di un registro tumori comprensoriale. L’Agro come la Terra dei Fuochi. Da questi dati emerge sempre più la necessità di una bonifica immediata dei siti inquinati. Una soluzione, che tenga conto anche della produttività dei terreni è stata lanciata dal presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, intervenendo al convegno sulle prospettive di coltivazione di bambù gigante in Campania, promosso dal Consorzio Bambù Italia. Secondo quanto emerso dall’incontro, esperimenti di questo genere si sono già registrati nel Lazio e in alcune ex discariche urbane riconvertite a parco: “L’idea di installare bambuseti in aree marginali o in abbandono – spiega Sangiorgio – potrebbe essere interessante, così da recuperare terreni per la fitodepurazione e la protezione del territorio da frane e dissesti idrogeologici”.

 

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