Padula (SA), la Comunità Montana convoca incontro sulla costituzione dei Distretti Rurali

Sul BURC n. 58 dell’11 agosto 2014 è stata pubblicata la Legge Regionale n. 20 dell’8 agosto 2014 “Riconoscimento e costituzione dei distretti rurali, dei distretti agroalimentari di qualità e dei distretti di filiera”. Una importante novità legislativa finalizzata a dare un forte impulso ai processi di sviluppo rurale e alla valorizzazione delle risorse naturali, sociali ed economiche dei territori rurali della Regione. Uno strumento, quello dei distretti, introdotto dalla legge sull’orientamento e modernizzazione del settore agricolo (D.Lgs 228/2001) che, recependo i principi della programmazione negoziata (partenariato pubblico privato, concertazione, concentrazione delle risorse su obiettivi di sviluppo condivisi, decentramento amministrativo), mira, attraverso il dialogo e il coinvolgimento degli Enti territoriali e dei soggetti privati che operano in modo integrato nel sistema produttivo locale, a promuovere, sostenere e coordinare le politiche di supporto e di orientamento ai processi di pianificazione, crescita e stabilizzazione del sistema economico dell’Ambito Territoriale individuato attraverso uno specifico piano strategico. Uno strumento, dunque, di governance territoriale costituito da imprese agricole e non agricole e da altri soggetti portatori di interessi generali che assumono quale missione principale l’attuazione di politiche di sviluppo rurale finalizzate all’affermazione di un modello di agricoltura multifunzionale, sostenibile e integrata con altri settori produttivi.

In passato, l’agricoltura e in modo particolare la zootecnia da latte (allevamenti bovini) ha rappresentato la principale fonte di reddito e di occupazione per moltissime famiglie contadine del Vallo di Diano, assicurando al contempo il presidio del territorio e realizzando e custodendo uno dei maggiori patrimoni che oggi disponiamo, ovvero il “paesaggio rurale”. Purtroppo anche nel Vallo di Diano, come altrove, continua il trend negativo che, dal 1961, vede la costante diminuzione del numero delle aziende e del corrispondente numero degli addetti. E’ andata in crisi soprattutto la zootecnia, come dimostra la “moria” di decine e decine di stalle che si è registrata soprattutto negli ultimi 15 anni in tutti i Comuni e segni tangibili del declino si evidenziano anche nella piana ove si assiste ad un progressivo aumento delle superfici in abbandono colturale. Eclatante il dato relativo al numero delle aziende: nel 1971 furono censite ben 10.331 aziende che si sono progressivamente ridotte nel tempo per arrivare a meno della metà (4005) nel 2010. Le aziende con allevamenti bovini sono passate da 4655 (anno 1971) a 894 (censimento 2010). Fenomeno, questo, solo in parte bilanciato dalla presenza di allevamenti moderni e con una maggiore consistenza di capi e da forme di agricoltura meglio strutturate e innovative, soprattutto nel campo delle “ortive”, della “foraggicoltura” e della “olivicoltura”. Un particolare trend positivo si va poi registrando per la diversificazione delle attività agricole, e in particolar modo per l’agriturismo e la ricettività turistica nelle aree rurali. Rimane comunque l’esigenza di innescare sul territorio processi di riorganizzazione del settore agricolo e di rilancio dell’economia locale incentrati sulla fruizione e sulla valorizzazione del ricco patrimonio ambientale e culturale presente nel Vallo di Diano. Il distretto agroalimentare (o il distretto rurale) può rappresentare, in questa fase, lo strumento più adatto per risollevare le sorti della nostra agricoltura, nella piena consapevolezza che l’agricoltura è chiamata ancora oggi a giocare un ruolo di primaria importanza, sia sotto il profilo economico ed occupazionale sia perché essa rappresenta un elemento indispensabile per mantenere vivo il tessuto sociale, economico e storico-culturale della nostra zona. Non di secondaria importanza sono poi le implicazioni dell’agricoltura con l’ambiente, soprattutto in termini di presidio e di salvaguardia delle risorse naturali. Come territorio, siamo convinti della necessità di stare dentro a questo nuovo processo di pianificazione dello sviluppo rurale del territorio. Non a caso tutti i Comuni del Vallo hanno già dato la loro adesione  al Comitato promotore del distretto e lo hanno fatto anche la Comunità Montana e il Consorzio di Bonifica. Ad accompagnare tale processo vi è poi anche la provincia di Salerno.

La Comunità Montana  si presenta a questo appuntamento forte dell’esperienza maturata con altri strumenti di programmazione negoziata, Leader, Patto Territoriale, Patto Agricolo, PIT Certosa, PIR, tutti strumenti promossi dall’Ente e che, oltre ai benefici che hanno apportato in termini di investimenti produttivi e di interventi infrastrutturali, hanno avuto il pregio di creare un clima di fiducia locale sui temi dello sviluppo rurale e della tutela ambientale, consegnando al territorio una nuova capacità progettuale che costituisce senz’altro un valore aggiunto per proporsi a supporto delle attività di analisi, studio e pianificazione da sviluppare nella fase di riconoscimento del costituendo distretto. Con l’incontro pubblico previsto per giovedì pomeriggio (30/10/2014) ore 17 presso il Centro di Telecontrollo del Consorzio di Bonifica in Padula si vuole operare una prima azione informativa in ordine alle opportunità offerte dal Distretto e acquisire eventuali manifestazioni di interesse da parte di imprese agricole e altri soggetti del territorio.

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