Decreto “Sblocca Italia” è legge. La Regione Campania approva ordine del giorno contro l’articolo 38

Il decreto “Sblocca Italia” diventa legge. Ieri il Senato con il voto di fiducia al governo ha approvato in via definitiva il testo con 157 voti favorevoli e 110 contrari. Una votazione svoltasi con non pochi momenti di tensione. I Senatori del  MoVimento 5 Stelle, si sono seduti sui banchi del governo nel tentativo di rallentare le operazioni di voto, ed in segno di dissenso si sono sporcati le mani di inchiostro nero, per sottolineare la propria contrarietà a un provvedimento che favorirebbe, secondo loro, tra le altre cose le trivellazioni petrolifere. A suo modo, dopo i numerosi appelli da parte dei comitati ed amministratori campani, anche la Regione Campania ha espresso la propria opposizione al decreto “Sblocca Trivelle”. Il Consiglio Regionale della Campania ha votato infatti all’unanimità l’ordine del giorno proposto dal presidente Pietro Foglia contro l’art. 38 dello “Sblocca-Italia” denominato “Semplificazione idrocarburi”. La Giunta regionale si è impegnata ad intraprendere ogni iniziativa utile nei confronti del Governo nazionale, finalizzata all’adozione di modifiche degli articoli 36, 37 e 38, coerenti con la tutela costituzionale della legislazione concorrente in materia energetica e di promuovere ricorso alla Corte Costituzionale in caso di conversione in legge delle norme stesse senza modifiche. Vittorio Fucci, assessore al Commercio, Artigianato, Indirizzo e Coordinamento in materia di attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi della Regione Campania ha presentato ricorso alla Corte costituzionale per ottenere che sia dichiarata la incostituzionalità dell’art 38, per contrasto con quanto enunciato all’articolo 117 della Costituzione sulla legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Nel contempo tutti i Consiglieri regionali sono invitati ad approvare nuove proposte di legge alle Camere preordinate a sancire il divieto della ricerca, della prospezione e della coltivazione di idrocarburi senza il preventivo assenso degli Enti locali e delle comunità interessate.

 

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