Contursi Terme, fari accesi sulla violenza sulle donne all’I.S.I.S. Corbino

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I numeri dei casi di violenza sulle donne sono impressionanti, ma occorre considerare che molti casi di violenza domestica fisica e sessuale, anche su adolescenti, non viene denunciata. Quindi siamo di fronte ad una punta di un iceberg che sottintende una parte sconosciuta che si può solo immaginare. E’ un fenomeno che si perde nel tempo e non è solo peculiarità di particolari etnie religiose o geografiche o di fasce sociali disagiate; è un fattore culturale, o meglio, dell’assenza della cultura del rispetto. In una società decadente, in cui siamo abituati ad una comunicazione sessista, che punta ancora i riflettori su una donna oggetto per le convenienze di mercato, non ci si deve meravigliare di ciò che abbiamo sotto gli occhi. Basta guardare al quadro politico degli ultimi anni, e non solo in Italia, per comprendere molte di tante sfaccettature di questo triste fenomeno.Si può puntare su leggi più restrittive, ma poi occorre fare i conti con una magistratura lenta, elefantiaca, che non certo garantisce una rapida pena.

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Quindi, per donne che denunciano la violenza subìta, in una società abbastanza civile si prospetta anche una probabile beffa; mentre per donne di certe etnie geografiche o religiose, la luce della giustizia è un lumicino minuto all’orizzonte. Navigando in rete ritornano le tante, troppe, storie delle spose bambine, delle infibulazioni, dei femminicidi senza colpevoli, di giovani donne come Malala Yousafzai che rivendica, sulla propria pelle, un diritto alla cultura, ma anche i vergognosi impuniti stupri dell’India e la negazione dei diritti fondamentali alle donne operaie. Si sensibilizza la società con l’istituzione di giornate ad Hoc, come quella del 25 novembre, ma “passato il santo, è passata la festa” e i problemi restano. Come affrontare la soluzione di un problema complesso, se non con una adeguata legislazione e un pena certa per i reati e con una prevenzione che faccia leva sulla cultura? Occorre sinergia tra le alte sfere della politica mondiale affinché si attivino per l’estensione e la garanzia dei diritti a tutte le donne del globo, mentre nel piccolo, occorre agire nei luoghi deputati alla costruzione della cultura e della coscienza di cittadini: la famiglia e la scuola devono essere più sensibili ed aperti a ciò che accade nella realtà.

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Proprio con quest’intento di sensibilizzare le giovani generazioni, nell’ISISS “Corbino” di Contursi Terme, nella mattinata del 24 novembre si è tenuta una toccante manifestazione che ha visto protagonisti quindici studentesse e tre studenti, con una miscellanea di mini-spettacoli sull’universo femminile attraverso il progetto “Educazione alla Legalità” curato dalla referente Prof.ssa Rosaria Zizzo. Lo spettacolo, diviso in tre momenti, è iniziato con il ricordo delle sorelle Mirabal, in omaggio alle quali l’ONU ha istituito la giornata del 25 novembre; il secondo momento ha ricordato il tragico incendio di un materassificio a Montesano sulla Marcellana nel 2006, nel quale persero la vita due donne, di cui una solo quindicenne; l’ultimo è stato dedicato al triste fenomeno delle spose bambine, argomento cui l’ONU ha dedicato una Giornale internazionale l’11 ottobre 2014. Gli studenti, per lo più ignari di questi drammatici problemi, ne sono venuti a conoscenza attraverso un corso di teatro organizzato a scuola da anni ed hanno interpretato i testi con grande forza e passione, emozionando la platea, silenziosa ed attenta tra cui erano presenti la senatrice Angelica Saggese, Graziano Lardo sindaco di Contursi Terme, Gerarda Forlenza Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Contursi Terme, le Dott.ssa Giovanna Ancora Niglio Presidente del comitato UNICEF di Salerno, il precedente Dirigente Scolastico Prof. Ugo Giorgio Crea e l’attuale Dirigente Scolastico Dott.ssa Mariarosaria CASCIO.

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Tutti i prestigiosi ospiti, prendendo la parola, hanno avuto parole di elogio per i profondi contenuti dell’applaudita esibizione dei ragazzi dell’Ist, “Corbino” che grazie al lungo operato della prof.ssa Zizzo, hanno saputo evidenziare il profondo messaggio: diffondere la legalità e l’importanza della dignità della persona. “Un modo diverso per ricordare il 25 novembre lontano da fiaccolate, scarpette rosse e balli di piazza – commenta Rosaria Zizzo – il teatro è vita, è il palcoscenico della nostra società, osservandolo possiamo comprendere meglio i mali che la attanagliano e cercare di sconfiggerli. Solo la scuola può cambiare le menti, i giovani possono cambiare il mondo, bisogna investire su di loro per migliorare la società”.
Quintino Di Vona

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