Giustizia, SI della Cassazione al referendum-bis sui Tribunali Soppressi

Si riaccendono su più fronti le speranze per il Tribunale di Sala Consilina. La Cassazione ha dichiarato ammissibili i tre quesiti per il nuovo referendum nazionale chiesto dai cinque Consigli regionali di Campania, Abruzzo, Basilicata, Puglia e Sicilia contro il taglio dei tribunali ‘minori’. Ora la parola passa ancora una volta alla Corte Costituzionale, che dovrà decidere se i cittadini saranno chiamati alle urne per dichiararsi favorevoli o contrari alla cancellazione delle norme hanno previsto la soppressione dei Tribunali Minori. A gennaio del 2014 la Consulta aveva bocciato una prima richiesta referendaria, dopo il si’ Cassazione, ma la “battaglia per il referendum è andata avanti portando in Corte di Cassazione il nuovo referendum-bis sulla riforma della geografia giudiziaria. L’Ufficio Centrale per il referendum presieduto dal Giudice Severo Chieffi ha dichiarato ‘conformi alla legge’ tre diversi quesiti referendari formulati dalle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia e dai Comitati con l’obiettivo di superare anche lo scoglio della Corte Costituzionale che ha bocciato il primo tentativo. “Il via libera della Cassazione riaccende la speranza di cancellare una legge a dir poco discutibile”, commenta Fabiana Contestabile, Presidente del Comitato pro-referendum sulla geografia giudiziaria, “e di non vedere deluse le aspettative dei territori privati dei loro presidi di legalità. Ora guardiamo con fiducia alla Corte Costituzionale chiamata a dire l’ultima parola sulla nostra sacrosanta richiesta di far pronunciare, come prevede la Costituzione Italiana, il popolo sovrano”. Superato il primo scoglio, quindi, i cinque Consigli regionali (rappresentati in  Campania da Angelo Marino, in Abruzzo da Maurizio Di Nicola, Sara Marcozzi supplente; in Basilicata da Francesco Mollica; in Puglia da Nicola Marmo e in Sicilia da Salvatore Cordaro) e i Comitati guardano con fiducia all’esame bis della Corte Costituzionale: i tre quesiti, infatti, sono stati formulati al termine di una lunga e meticolosa analisi della prima sentenza passata ai raggi x dagli avvocati Mario Petrella, Roberto Di Pietro e Fabiana Contestabile, per  rimuovere gli ostacoli che hanno fatto naufragare la prima richiesta di referendum. Ora si attende l’ordinanza di fissazione dell’udienza di discussione dei quesiti davanti ai ‘giudici delle leggi’ che potrebbero portare al pronunciamento popolare.

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