Rogo di Montesano. La mamma di Giovanna Curcio dopo l’arresto di Maceri: “Pena troppo lieve”

La famiglia di Giovanna Curcio, la ragazza morta le rogo della Bimaltex, ha accolto con soddisfazione ma anche con amarezza la notizia dell’arresto di Biagio Maceri, il proprietario del materassificio latitante da dieci mesi. A parlare sono Rosa Maria, madre della quindicenne e Maria, sorella della giovane. La signora Rosa Maria esordisce commentando l’arresto di Maceri avvenuto tra i boschi di Tortora. “Il fatto che lo abbiano trovato –dice – è un regalo di Natale per la mia famiglia, ma di certo non mi restituirà mia figlia”. A questo punto interviene la sorella di Giovanna con una riflessione amara. “Sono già trascorsi otto anni dalla tragedia, ovvero lo stesso periodo della condanna di Maceri. Mi chiedo se non siano pochi gli anni di condanna per Maceri di fronte alla morte di due persone. E poi si permette anche di fuggire”. “C’è voluto troppo – rimarca poi la madre – per prenderlo e arrestarlo. Poi era fuggito proprio a casa sua in Calabria. Anche se bisogna ringraziare le forze dell’ordine”.  Un altro punto “caldo” della vicenda viene evidenziato dalle due donne. “Noi non vogliamo soldi perché nulla ci restituirà la nostra Giovanna – dicono all’unisono – ma ci chiediamo dove sono i proventi di una persona che si dichiara nulla tenente o comunque con una sola piccola proprietà ottenuti sulla vita di Giovanna e Annamaria Mercadante? A questo punto pensiamo che il mancato risarcimento dovrebbe essere compensato da una pena più alta”. L’ultimo dubbio delle due donne riguarda ancora quanto avvenuto otto anni fa. “Ancora siamo non capiamo come nessuno sapesse la situazione lavorativa della Bimaltex. Speriamo in una risposta nel futuro”.

 

 

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