Strage di Sassano: la lunga mattinata in Tribunale tra tensioni e colpi di scena processuali. Alla fine il rinvio a giudizio

Il  21 aprile comincerà il processo a carico di Gianni Paciello, accusato di omicidio colposo plurimo per la strage di Sassano e rinviato a giudizio con questa accusa. E’ questo il finale di una lunga mattinata iniziata poco dopo le nove al Tribunale di Lagonegro davanti all’aula del giudice dell’udienza preliminare Claudio Scorza al terzo piano dello stabile lucano. Davanti alla piccola sala d’attesa, allestita in un corridoio di pochi metri si assiepano avvocati, imputati, carabinieri e giornalisti. Sono diverse le udienze in programma, ma quella più attesa è l’ultima, quella di Gianni Paciello. I genitori di Nicola e Giovanni Femminella, quelli di Daniele Paciello e altri parenti e amici sono seduti di fronte all’ingresso dell’aula. La mamma di Gianni Paciello e madre di un’altra delle vittime, Luigi con due parenti un po’ più defilata. Il clima di tensione e attesa è naturalmente evidente, respirabile in modo palpabile. Occhi lucidi, poca voglia di parlare. Le udienze si rincorrono fino a mezzogiorno e 56 minuti quando ha inizio l’udienza. Gianni Paciello non c’è in aula, ma sono presenti i suoi avvocati Giuliano e Lavitola. Così come sono presenti tutti i legali delle famiglie delle vittime. E poi, naturalmente, c’è il pm Amato Barile. Trascorrono dieci minuti e il gup lascia l’aula. C’è il primo colpo di scena: il giudice rifiuta la richiesta della difesa di chiamare in causa il responsabile civile: ovvero l’assicurazione. Rientra in aula ed ecco la seconda richiesta della difesa: il patteggiamento. Ma non c’è accordo con il pubblico ministero. E allora il gup poco dopo le  13  rinvia a giudizio Gianni Paciello. La fase dibattimentale inizierà il 21 aprile. Le parti lasciano quindi il Tribunale, occhi ancora lucidi e con il peso della tensione vissuta lungo tutta la giornata.

Il padre di Daniele Paciello rilascia delle breve dichiarazioni. “Vogliamo giustizia”.

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