Questione Parco, Coldiretti Salerno”servono politiche di sviluppo, non freni e progetti bucolici”

“Non è solo una questione di riperimetrazioni, vincoli o burocrazia, ma di progetti di sviluppo del territorio. Non si può pensare ad un Parco ingessato che promuova solo iniziative bucoliche senza pensare alla reale crescita economica dell’area”. Lo dichiara, in una nota, il presidente provinciale di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, alla vigilia dell’Assemblea dei sindaci del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. “Il parco è una risorsa importante per la Campania – osserva Sangiorgio – ma al momento è paralizzato e, cosi com’è, ha tradito la mission originaria. Il sistema va ripensato a fondo e in tempi brevi, per offrire una prospettiva di sviluppo sostenibile che punti su agricoltura e turismo. Il Parco, così com’è, viene considerato un ostacolo allo sviluppo dei territori, un freno insopportabile, un Ente inutile e costoso. E’ necessaria, invece, una governance – anzitutto dei sindaci – che riesca ad attuare un modello gestionale e organizzativo diverso, per realizzare politiche attive che puntino non solo sulla pianificazione urbanistica e territoriale, ma su agricoltura, zootecnia, servizi e cultura”. Per Coldiretti – che in questi mesi ha lanciato proposte concrete di sviluppo dell’area, dal progetto “Cilento” al piano di abbattimento controllato dei cinghiali, alla messa in rete delle strutture agricole e agrituristiche della zona – è necessario rilanciare l’azione dell’Ente Parco: “Al momento, esiste solo la politica dei divieti e dei vincoli – osserva Sangiorgio – con la Sovrintendenza, ad esempio, abbiamo avviato un percorso di collaborazione per arrivare ad un vademecum di buone prassi per il recupero e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico rurale, ma al momento il progetto è bloccato da cavilli e norme spesso non interpretate nel modo più giusto per creare sviluppo e crescita sostenibile. E, dunque, arrivato il momento di mettere in campo politiche attive, per disegnare un programma serio, eliminando i campanilismi tra Comuni, valorizzando il sistema-Parco, sfruttando il territorio e ogni sua risorsa, facendo emergere le eccellenze, favorendo investimenti sul territorio”.  “Bisogna avere il coraggio di dire che il sistema non funziona – conclude il presidente di Coldiretti – e soprattutto avere il coraggio di agire, ripensando l’Ente nel modello istituzionale, organizzativo, di gestione, nei meccanismi di spesa, per liberare risorse da destinare non a semplici progetti bucolici ma di rilancio dei territori”.

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