Muore mentre torna a casa in bici. Il giallo dell’operaio di Casalbuono a 7 mesi dalla tragedia

Constantin Hamlej sta tornando a Casalbuono, nella sua abitazione, dopo una giornata di lavoro. Sta percorrendo la strada in bici. Poi succede qualcosa. Forse un guasto alla bici, forse altro. Dopo diversi minuti, qualcuno avverte il 118. “C’è un uomo a terra”. Constantin Hamlej  ha 38 anni, vive tra Montesano sulla Marcellana con la moglie e il figlio. E’ ferito gravemente. Arrivano le ambulanze, c’è il trasporto urgente all’ospedale di Polla. Le condizioni vitali sono critiche. Costantin, da tempo in Italia, muore a causa delle ferite riportate. Si apre un’indagine. La caduta dalla bici, naturalmente, sembra essere  la prima causa del decesso. Ma qualcosa non va. Le ferite non sembrano quelle di una caduta. E’ un giallo. E spunta anche l’ipotesi di un pirata della strada, di un’auto che ha travolto il 38enne. Ma la bicicletta non ha danni. Una ulteriore ipotesi è quella che il rumeno chissà per quale motivo (forse un guasto tecnico o perché camminava portando la bici a mano) non era a bordo del mezzo e l’auto lo ha investito. Viene disposta l’autopsia. Le indagini e i rilievi sul luogo dell’incidente sono portate avanti dai carabinieri.

Tutto questo avveniva il 5 settembre dello scorso anno. Ebbene a distanza di 7 mesi ancora nulla si sa degli esami autoptici. Infatti non si hanno ancora i risultati. Ci sono indiscrezioni da periti di parte sulla possibilità di uno “schiacciamento” del corpo di Constantin Hamlej, quindi di un possibile investimento da parte di una vettura. Ma restano solo ipotesi e dubbi in attesa degli esami ufficiali. Resta quindi il giallo su cosa sia accaduto lungo la strada che porta a Casalbuono il 5 settembre dello scorso

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