Rapporto Ecomafia 2015: Regione Campania maglia nera dei reati ambientali

3.725 i reati accertati , 3636 le persone denunciate e arrestate, 1202 i sequestri, 86 i clan ecocriminali a gestire gli affari. Sono questi i numeri inquietanti che vengono fuori dal nuovo “Rapporto Ecomafia 2015” di Legambiente. Analizzando le tipologie di reato, il rapporto in Campania il calo dei reati per illegalità ambientale, circa il 21% in meno,  ma con cifre sempre impressionanti che, dichirano da Legambiente, “fotografano un elenco  di abusi di cemento, di veleni, di territorio martoriato, di ben 86 clan che in questi anni hanno fatto e fanno affari. Non solo Terra dei fuochi, ma una regione intera stravolta dagli ecocriminali contro i quali si è messo in atto un grande sforzo investigativo che ha svelato ad esempio in provincia di Salerno 1090 illeciti piazzando la provincia salernitana al terzo posto nella classifica nazionale delle province per numero di illeciti. Rifiuti e cementificazione selvaggia le migliori fonti di investimento per le ecomafie campane e nazionali. Salerno con Avellino e Napoli si conferma maglia nera a livello nazionale nella cosiddetta “cemento connection”: “licenze edilizie fantasma, ordinanze di demolizione nascoste nei cassetti, piani regolatori e appalti truccati e abusivismo”: 220 i reati registrati nella provincia salernitana. Anche sul fronte dei rifiuti la Campania si conferma al secondo posto dopo la Puglia, leader nazionale: 896 reati, 1.070 denunce, 28 arresti e 402 sequestri. A livello regionale la provincia di Salerno, sempre in materia di rifiuti, sale al secondo posto con 166 infrazioni, 185 persone denunciate e 71 sequestri, prima Napoli, terza Caserta. “L’ecomafia- denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania-  è sempre lo stesso mostro che continua a mordere il paese e a ucciderne la bellezza. L’edizione del 2015 si apre con una buona notizia, una data da ricordare , l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute collettiva e degli ecosistemi”. Il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone afferma: “Gli appalti pubblici nel settore dell’ambiente sono tra quelli più esposti alla corruzione e alla criminalità organizzata”. I dati in questo senso parlano da soli. Solo in Campania sono 27 le inchieste sulla corruzione in materia ambientale concluse con l’arresto di 303  persone e la denuncia di 98 persone.

 

 

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