Sala Consilina, Tonino Falese ambasciatore mondiale dell’eccellenza casearia Campana in un… “tap”

Mozzarelle e latticini di qualità prodotti con un semplice “tap” sul tablet. Accade in Brasile, dove da alcune settimane una nuova importante azienda ha avviato la sua produzione di prodotti caseari. L’impianto è totalmente “made in Italy” ed è stato realizzato a Cruzeiro, nello Stato di San Paolo, da una azienda salernitana. La produzione di 2500 kg l’ora di mozzarelle o altri tipi di formaggio richiede l’impiego di due soli operai: tutta la linea funziona in automatico, ed è comandabile da un semplice tablet, dove l’operatore va ad impostare tutti i parametri della produzione. Dal tablet si possono controllare anche i parametri di sicurezza, verificare eventuali emergenze, la gestione delle temperature, dei tempi, dell’umidità dei prodotti (FAI CLICK SULLE FOTO PER INGRANDIRE– GUARDA IL VIDEO CON L’INTERVISTA A TONINO FALESE).

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Non si tratta di fantascienza, ma di realtà che coniuga l’esperienza acquisita nelle migliori aziende casearie campane con il top dell’automazione. Ed è opera della Comat, azienda salernitana di Bellizzi, leader mondiale di questo settore, che si occupa di tutto ciò che serve per la trasformazione dei prodotti lattiero caseari: dalla progettazione, alla costruzione ed al collaudo dei macchinari necessari. L’azienda salernitana collabora con numerosissime agenzie in tutti i Continenti, compresa l’Australia. Ma il cervello che progetta il software di gestione degli impianti, insieme a tutta la parte elettrica, e che si occupa del suo assemblaggio e del suo collaudo in altri continenti, è di Sala Consilina, ha 44 anni e si chiama Antonio Falese, “Tonino” per gli amici. Tonino è il responsabile dell’ufficio tecnico- elettrico, e guida l’equipe a cui compete tutta la parte elettrica e di automazione delle macchine prodotte. E’ anche l’autore dei software di gestione dei macchinari, compreso quello all’avanguardia installato a Cruzeiro. Da alcuni anni, poi, si occupa in giro per il mondo dell’assemblaggio delle macchine casearie e del loro collaudo.

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Il Vallo di Diano è abituato ormai  a vedere spesso i suoi “figli” primeggiare ed emergere nel mondo delle arti grazie al loro talento, ma meno in settori tecnologici d’avanguardia. Dove invece Tonino è perfettamente a suo agio, e può rappresentare un esempio per tanti giovani valdianesi. Per la sua storia che, partendo da Sala Consilina, lo porta a viaggiare in tutto il mondo: ma dopo ogni viaggio il punto di approdo e di ritorno sono sempre il Vallo di Diano e la sua famiglia.

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Tonino è un mio vicino di casa, abitiamo sullo stesso pianerottolo: e per me è sempre stato una sorta di misterioso “uomo con la valigia”. Spesso mi è capitato di incrociarlo in partenza o in arrivo con i suoi numerosi bagagli. Ma fino a qualche settimana fa non avevo compreso fino in fondo l’importanza e la complessità della sua attività, un po’ per la naturale riservatezza sua e della sua famiglia, la moglie Enza ed i figli Francesco di 14 anni e Giulia di 8. Un po’ perché, come spesso accade nella vita, si è talmente presi dagli impegni della quotidianità da non aver tempo nemmeno per scambiare due chiacchiere con il proprio dirimpettaio. Finché un pomeriggio non ci siamo presi un po’ di tempo per una chiacchierata tranquilla e senza assilli, nella corso della quale Tonino mi ha raccontato di sé  e della sua vita professionale. Ed io ho capito che questa storia andava raccontata.

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Dopo aver frequentato l’ITIS Gatta a Sala Consilina, e dopo una breve esperienza come aiuto di un geometra, Tonino ancora giovanissimo decide di rinunciare agli studi universitari e si propone come disegnatore elettrico ad una azienda di Caserta, che produce impianti elettrici e di automazione, dove viene immediatamente assunto. Questa esperienza dura per circa 11 anni, nei quali Tonino arriva addirittura a ricoprire il ruolo di socio più giovane. Ogni fine settimana Tonino si mette in macchina e torna a  Sala Consilina, per dare sfogo anche alla sua passione per la musica: si diletta infatti nel ruolo di DJ nei locali della zona, insieme ad alcuni amici valdianesi. Poi nel 2001 Tonino lascia l’azienda casertana e avvia il suo rapporto di lavoro con la Comat, azienda di Bellizzi che si occupa della progettazione e realizzazione di macchine, linee di produzione ed impianti di automazione dedicati al business dell’industria lattiero casearia. Il direttore tecnico della Comat  è l’Ing. Acanpora, con il quale Tonino entra subito in sintonia. “Ovviamente all’inizio ho dovuto sudare per farmi conoscere –ammette Tonino- ma grazie alla fiducia dell’Ing. Acampora i risultati ottenuti sono stati davvero al di là delle aspettative per me e per l’azienda”.  L’incontro tra Tonino e Acampora avviene proprio nel momento in cui la Comat ha deciso di creare un ufficio commerciale dedicato all’estero, e mai come in questo caso “tutto il resto è storia”. Oggi la clientela estera rappresenta la parte più importante del business aziendale. E tutto parte dal 2003, con la prima macchina che, dopo essere stata progettata e costruita, viene inviata ad una azienda in Canada e lì assemblata, collaudata e avviata al funzionamento. Così sono cominciati anche i viaggi in giro per il mondo di Tonino.

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All’epoca non avevo nemmeno il passaporto –ricorda sorridendo Tonino- e lo richiesi appositamente per andare in Canada. Fu davvero un battesimo del fuoco anzi del ghiaccio, visto che arrivati in Canada io e il mio gruppo trovammo la sorpresa  di una temperatura di -39°! Non pensavamo nemmeno che certe temperature esistessero ma fu una esperienza bellissima, che mi segnò totalmente e mi cambiò la vita”.

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Dal Canada in poi non si contano i viaggi all’estero di Tonino. “Il viaggio successivo –racconta- fu in Grecia (a Salonicco), dove sono stato impegnato per circa 6 mesi ad intervalli regolari. Poi gli Stati Uniti e New York, la Romania e l’Ucraina, la Polonia, la Lituani,l’Estonia ed il Marocco.

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I primi anni la nostra attività riguardava singole macchine, strutture di produzione semplici e lineari. Poi un ulteriore salto di qualità c’è stato a partire dal 2010, quando abbiamo cominciato ad esportare impianti molto grandi: 12 e più container di materiale. Strutture complesse che prevedevano tutte le fasi, dai serbatoi per lo stoccaggio del  latte al prodotto finito e al suo confezionamento”.

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Le mansioni di Tonino sono ovviamente cresciute sempre di più, e diventa sempre più complicato montare questi macchinari enormi, coordinando spesso ditte del posto che si occupano fisicamente dell’assemblaggio, e dunque occupandosi anche della formazione della mano d’opera locale.

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Dal 2010 per Tonino sono arrivati impegni e viaggi in Vermont, negli USA (un mega impianto da 2 milioni di euro per il cui assemblaggio sono state impegnate 10 persone per 31 giorni), in Polonia a 90 km da Varsavia, in Siberia (Russia) ed in Brasile. Il software creato da Tonino per gestire gli impianti viene ogni volta personalizzato a seconda del cliente e delle sue esigenze, ed è capace di lavorare sulle principali piattaforme che nel mondo vengono utilizzate dalle aziende del settore caseario. Quasi sempre è il team di Tonino che si occupa del montaggio a decine di migliaia di km di distanza. “Insieme a me –spiega Tonino- c’è spesso il collega Luisi Gimi (anche lui di Sala Consilina), che lavora con me dal 2006, e tra i miei collaboratori più stretti ci sono Daniele Basile, dell’Ufficio Commerciale Estero, e Pier Paolo Sforza, meccanico saldatore”.

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I macchinari per la produzione e la trasformazione dei prodotti caseari, dopo essere stati progettati e fabbricati a Bellizzi, vengono in un primo momento trasportati a Salerno. Poi dal porto di Salerno arrivano a quello di Genova, e da lì vengono inviati in tutto il mondo. L’azienda di Bellizzi si distingue da tutte le altre perché è situata nel cuore della terra della mozzarella di bufala, dove ci sono circa 400 aziende dedicate nelle quali Tonino e i suoi colleghi possono andare tutti i giorni a fare test e verifiche. Una continua sperimentazione che poi viene sviluppata e diffusa a centinaia di migliaia di km di distanza. “Oltre ad essere progettisti, sviluppatori di software e collaudatori –evidenzia Tonino- siamo stati costretti a imparare a leggere le analisi del latte: nei paesi dell’Est, dove è più freddo, ad esempio il latte inevitabilmente è più povero di proteine e grassi, ed è più difficile fare un prodotto di qualità”. Inoltre Tonino ha dovuto inevitabilmente imparare a parlare diverse lingue: sia per comunicare e farsi capire dai committenti, quando si occupa dei montaggi e dei collaudi, sia per  tradurre i software di gestione quando si occupa della progettazione degli impianti.

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Ovviamente quella scelta da Tonino non è una vita semplice, e la sua professione richiede tanti sacrifici da parte sua e della sua famiglia. Tra i tanti problemi affrontati negli anni quello alimentare, in alcuni luoghi poco ospitali, raggiunti dopo viaggi e trasferimenti a volte scomodissimi. Come 17 ore di fila trascorsi in un corridoio di un treno merci, in piedi, ad una temperatura di -20°, per raggiungere una località Ucraina nei pressi di Donetsk. O come quando in Lituania, per mangiare qualcosa di decente, dopo 13 ore di lavoro era costretto ogni giorno a mettersi in auto e percorrere 150 km per raggiungere la città più vicina. Insomma grandi sacrifici e spesso anche difficoltà per le temperature “estreme”, con il termometro esterno che in una settimana può variare dal -40 (Siberia) a + 40 (Brasile).

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Negli ultimi tempi c’è anche un po’ di tensione in più a causa del terrorismo. Proprio la scorsa settimana, partendo per la Siberia, Tonino ha fatto scalo a Istanbul: era il giorno precedente alla bomba scoppiata nel metrò, che ha causato un morto e diversi feriti. Ma su questo Tonino ha le idee chiare: “Non possiamo farci condizionare dalla paura –sottolinea- e la nostra vita deve andare avanti. Da parte mia l’unica preoccupazione è per la mia famiglia, nel caso mi accadesse qualcosa di spiacevole”.

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Quello che pesa di più a Tonino sono ovviamente i lunghi periodi trascorsi lontani dalla moglie Enza e dai figli Francesco e Giulia. “Ad Enza –tiene ad evidenziare- devo davvero un ringraziamento particolare e con tutto il cuore: è merito suo e della sua comprensione se ho potuto raggiungere questi risultati nella mia professione. In tanti anni mi è stata sempre vicina, dimostrando grandissima pazienza e consentendomi di dedicarmi al lavoro con la massima serenità”.

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Questo articolo Tonino Falese (mio vicino di casa) lo leggerà in Siberia, dove si sta occupando del collaudo dell’ennesimo macchinario realizzato in Russia, nella regione di Sverdlovsk. Per avere una idea questa regione basti pensare che ha una estensione di 1milione 800mila km quadrati, rispetto ai 341mila km quadrati dell’Italia. Anche qui i prodotti caseari, tra i quali i bocconcini e le ciliegine, saranno nei supermarket già dalla prossima settimana, ed anche questo sarà un impianto pilota, capace di produrre non solo mozzarelle ma anche il formaggio tipico locale, la ricotta e le trecce.

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Le ultime foto Tonino me le ha mandate ieri, da un luogo lontano geograficamente, ed ancora di più lontano mille anni luce per usi e costumi. Ma ora ad unire la provincia di Salerno e la Siberia ci sono i prodotti caseari di qualità, ed il suo ambasciatore nel mondo Tonino Falese, che ovviamente non vede l’ora di tornare a casa, a Sala Consilina, nel Vallo di Diano.

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La mia intervista a Tonino si conclude con un suo ricordo, che trovo molto significativo. “Qualche mese fa mi trovavo a New York per collaudare l’ennesimo impianto e passeggiavo a Manhattan insieme a Paolino De Falco, un carissimo amico di Sala Consilina, anche lui all’estero per lavoro. Ad un certo punto ci siamo ricordati di quando, per tutti gli anni ‘90, trascorrevamo i nostri fine settimana ad assecondare la nostra passione per la musica improvvisandoci DJ nei locali del Vallo di Diano. E poi ci siamo resi conto di dove eravamo invece in quel momento, a Manhattan. E’ stato in quell’attimo che abbiamo realizzato di avere fatto davvero tanta strada, nel nostro viaggio professionale e di vita”.

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