Scoppia il “caso Siciliano” ad Atena Lucana. L’assessore “licenziata” dal sindaco: “Scelta assurda, voglio spiegazioni in un consiglio comunale”

E’ durata meno di quattro mesi l’avventura come assessore di Michelina Siciliano nel Comune di Atena Lucana che era subentrata al posto di Gaetano Caporale nel settembre dello scorso anno. E’ infatti notizia di fine anno che le sono state tolte le deleghe. Lo si apprende dal documento  presentato dalla stessa Siciliano questa mattina nel quale si chiede di convocare un consiglio comunale per avere “chiarimenti  e prove documentate in merito al decreto del Sindaco N. 13 Prot. 6212 del 30.12.2015”, ovvero sulla revoca della nomina di assessore comunale avvenuta il 07 settembre 2015. Cosa ha portato alla revoca delle deleghe? Occorre aggiungere che poco dopo il suo insediamento la stessa Siciliano aveva accusato l’Amministrazione Iuzzolino di poca comunicazione. Nella richiesta del consiglio comunale monotematico l’ex assessore ripercorre le motivazioni del decreto sopracitato che hanno portato alla sua revoca.  La nomina dell’assessore avviene dopo due anni e tre mesi dall’insediamento della nuova maggioranza amministrativa “ravvisata, finalmente,l’esigenza di operare nel principio di pari opportunità e quindi nel rispetto della norma, violata fino a quel momento dal sindaco e più volte sottolineato dalla sottoscritta”. Inoltre nel documento protocollato questa mattina si legge: “Se la nomina degli assessori spetta al sindaco, la revoca non può essere motivata da ragioni di carattere meramente politico, ma deve necessariamente radicarsi nell’esigenza primaria costituita dal buon andamento dell’organo di gestione e che quindi la condivisione delle scelte politiche rientra nelle competenze del Consiglio Comunale”. Inoltre viene aggiunto “che sono decorsi poco più di tre mesi dalla nomina, per cui non è possibile effettuare alcuna valutazione di merito sull’operato della sottoscritta e  che il provvedimento in oggetto non è motivato sul piano sostanziale, ma è basato soltanto su considerazioni politiche, tra l’altro nemmeno espresse chiaramente in quanto si fonda soltanto su mere affermazioni di principio non supportate dal benché minimo elemento probatorio o da alcuna concreta circostanza fattuale o documentale e – conclude – che il provvedimento in oggetto lede la onorabilità della sottoscritta”. Da questa serie di constatazioni la richiesta di un consiglio comunale chiarificatore.

LEGGI LA RICHIESTA DI CONVOCAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DOCUMENTO

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