Basket, Promozione/Girone A: Trinità gioca con il cuore ma non basta. Avellino prevale al fotofinish

Una partita di una bellezza feroce, uno spot per il basket minore. Pallacanestro Trinità e Centro Storico Avellino hanno battagliato senza quartiere per 40′, anche quando i serbatoi erano oramai prossimi a svuotarsi. Ancora una volta, il Tourmalet della squadra bianco-azzurra va sotto il nome di quarto periodo: sebbene gli avversari non abbiano affatto cambiato passo, la Casalmotor non è più riuscita ad imporsi nell’area irpina, chiudendo il parziale con soli cinque punti a referto. Al di là della sconfitta – la sesta in altrettante partite del girone di ritorno – si ha la sensazione che la squadra di Gennaro Durante e Giuseppe Aumenta possa esprimersi su uno standard decisamente più elevato, a riprova del fatto che il ciclo negativo vissuto dal quintetto valdianese non è figlio di un’involuzione tecnica, bensì di estemporanei ma pur sempre decisivi passaggi a vuoto. Festeggia di converso la squadra di Francesco Ricciuto che – a scapito di una prestazione di squadra non sempre brillante, compensata però dalla vena assai ispirata dei singoli – è riuscita a conquistare una vittoria pesantissima nella corsa ai play-off: i bianco-verdi, al decimo successo nelle ultime dodici uscite, conservano due punti di vantaggio sulla prima delle inseguitrici, la Hippo Basket Salerno, anch’essa vittoriosa in casa del Basket Team Stabia (56-81).

Scelta audace di Durante ed Aumenta in apertura: quattro lunghi di ruolo in campo (i fratelli Campaiola, Paternoster e Sandro De Vita) con Marco Durante in regia. Le assenze dei centri Cerullo e Giannattasio obbligano gli irpini a schierare un quintetto decisamente atipico, con l’ex De Vizia Avellino Giovanni Capobianco sotto il tabellone altrui. L’inizio è tutto irpino: Capozzi firma i primi cinque punti della serata. Dall’altra parte, si mettono in mostra fin da subito Sandro De Vita (13 punti totali nella prima frazione) ed un Gianluca Campaiola formato extralusso. Trinità prova a scappare via più volte (20-15 dopo 8’20”), Avellino è sempre in scia grazie ai centri di Capozzi (28 punti alla sirena) e capitan De Simone (19). Equilibrio confermato dal responso del segnapunti elettronico: Trinità avanti di una lunghezza (23-22) dopo 10′. Stesso canovaccio al pronti, via del secondo quarto: salernitani ed avellinesi, in una riedizione cestistica di Tom & Jerry, seguitano affannosamente a rincorrersi. Sarà infine Trinità a dare il primo, vero scossone alla sfida: De Vita alza i decibel del proprio gioco, imitato sia da Durante, sia da Gianluca Campaiola (suoi sono i punti del +8 a metà tempo). Tuttavia, il Centro Storico risponde immediatamente presente: Capozzi e Capobianco guidano la risalita fino al -1 (37-36 al 18′). Quando l’aggancio sembra ormai compiuto, i salesi accelerano di nuovo: parziale di 10-4 suggellato da una tripla allo scadere di Manuel Sica che vale il 47-41 a metà gara. Il terzo quarto è un piacere per gli occhi: si respira tutta l’intensità delle partite che possono decidere i destini di una stagione. La buona prova di Nigro (10 punti per il longilineo play classe 1984) innesca la rimonta-lampo degli irpini, che con una tripla di De Simone riprendono il comando delle operazioni (52-55 dopo 23′). A questo punto, la ribalta se la prendono in due: l’ex Delta Basket Sica, che realizza 10 punti in un quarto, ed il maggiore dei fratelli Campaiola, a dir poco dominante in difesa. Su queste premesse, la Casalmotor sfiora la doppia cifra di vantaggio al calar del terzo quarto, che Avellino chiude limitando il passivo nell’ordine degli otto punti (75-68). Cambio di scenario nella frazione conclusiva: allo zenit di una partita superba, gli attacchi si fanno da parte. I conti si fanno dunque con le difese: il Centro Storico Avellino isola Campaiola e De Vita, che marcano punti solo a cronometro fermo. Non che giri meglio dall’altra parte del rettangolo: eppure, gli uomini di Ricciuto riescono ad essere concreti quando serve. L’ex Atripalda Bellucci, fino a quel momento relegato ai margini della faccenda, s’inventa un gioco da tre punti che consente agli irpini di riportarsi sul -3 a 5′ scarsi dalla fine (77-74). Lunghi brani di carestia offensiva interrotti da un’altra segnatura di Capobianco e dai liberi di Nigro: il sorpasso ospite si compie (77-78 al 37′). L’unica arma a disposizione di Trinità è il tiro pesante: Paternoster (6 punti all’attivo) riporta avanti Trinità (80-79) con la sola marcatura dal campo della quarta frazione. Il Centro Storico spreca un paio di palloni in attacco, a Trinità non va tanto meglio. Penultimo possesso della partita in mano agli irpini: fallo di Gianluca Campaiola su Capobianco, che in lunetta fa 2/2. Con 7″ a disposizione, la Casalmotor ci riprova dall’arco: il tiro di Durante finisce nelle mani di Esposito, che manca di un soffio il tapin vincente.

Se al posto del pallone e delle tavole di legno ci fossero stati guantoni, corde e paradenti, una contesa del genere si sarebbe chiusa in perfetta parità. Ma questo impasto di bellezza e crudeltà si chiama basket.

Prossimo impegno casalingo, mercoledì 23 marzo alle 19,30 contro l’Olimpia Capri

 

Testo di Carmine Marino

 

 

 

 

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