Referendum “trivelle” del 17 Aprile, ecco tutto quello che c’è da sapere

 

Testo-referendum-trivelleIl referendum abrogativo previsto domenica chiama gli italiani a esprimersi su una questione molto dibattuta in questi mesi: la durata delle trivellazioni petrolifere in mare. I cittadini potranno votare domenica 17 Aprile dalle 7 del mattino fino alle 23. Possono votare tutti i cittadini italiani e che hanno compiuto il 18mo anno di età alla data di domenica 17 aprile 2016. Per votare l’elettore deve esibire la tessera elettorale e un documento di riconoscimento personale (ad esempio la carta d’identità). Quanti si recheranno alle urne, si troveranno a dover decidere su un unico quesito: potranno confermare con il SI’ la cancellazione dell’articolo 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 numero 152 (Norme in materia ambientale), oppure scegliere di votare NO per lasciare tutto come deciso dal Governo. Il quesito che gli italiani troveranno sulla scheda è molto tecnico, con un lessico non troppo diretto che necessita di qualche semplice chiarimento. La decisione che gli italiani dovranno prendere riguarda le trivellazioni petrolifere che vengono effettuate nel nostro Paese entro le 12 miglia marine, e cioè entro circa venti km dalle nostre coste. A essere compresi entro queste distanze, sono 21 centri di estrazione: sette in Sicilia, cinque in Calabria, tre in Puglia, due in Basilicata, due in Emilia Romagna, uno nelle Marche, e uno in Veneto. Le estrazioni in mare sono affidate ad alcune compagnie petrolifere che godono di una concessione che dura trent’anni, e può essere prorogata due volte, ogni volta per 5 anni, per un massimo totale di 40 o 45 anni. Prima della modifica introdotta dal governo, quando la concessione arrivava alla scadenza, le trivellazioni in mare si concludevano e il sito petrolifero doveva essere chiuso. Ma grazie alla norma inserita nella legge di stabilità dal governo Renzi, si stabilisce che quando il periodo concesso alle compagnie petrolifere finisce, l’attività può continuare fino a quando il giacimento petrolifero non si esaurisce. Chi vota SI’ al referendum stabilisce quindi che quando la concessione finisce, la compagnia petrolifera deve lasciare il giacimento marino proprio come previsto fino a poco tempo fa. Chi invece vota NO, decide che i siti in questione devono continuare a essere sfruttati dalle compagnie fino a quando c’è del petrolio da estrarre. La proposta soggetta a referendum sarà approvata se vinceranno i Si e se avrà partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, il cosiddetto quorum  (50 per cento degli iscritti al voto su base nazionale + 1 elettore).

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