Padula, la lista che non c’è. Lettera Aperta di Luigina Martello: “Ecco perché”

Riceviamo e pubblichiamo la Lettera Aperta di Luigina Martello sulla mancata presentazione della lista “Padula in Movimento” alle elezioni amministrative di Padula del prossimo 5 Giugno.
“Spinta da un obbligo morale verso chi crede in me e mi sostiene, spiego le motivazioni della mia non presentazione a sindaco a Padula. La mia candidatura nasceva dall’esigenza e dalla volontà di cambiare volti, politica e sistema, basando tutto sulla moralità, chiarezza e trasparenza. Impresa difficile certo, ma prima o poi bisogna pur iniziare.
I miei sostenitori erano persone di Padula coinvolte in questo progetto da diverso tempo non appartenenti alle vecchie classi politiche, ma gente comune con lo stesso ideale di cambiamento e innovazione. Tutto ciò non è stato possibile grazie ad un meccanismo ancestralmente corrotto che, in buona fede, non credevo fosse così radicato anche nel nostro territorio.
Il mio gruppo di lavoro, formato da tempo, è venuto meno giorno dopo giorno a causa di intimidazioni, promesse pre elettorali, denigrazioni, maschilismo nei miei confronti, ricatti morali da parte di alcuni individui squallidi intenti a distruggere il nostro elaborato in virtù di una sete di potere manipolatorio ed esclusivo.
L’ultimo step era consegnare la documentazione per la candidatura, ma poco prima alcuni miei candidati si sono tirati indietro saltando velocemente nella lista avversaria, tradendo così gli ideali di lealtà, onestà e moralità che avevano spinto il movimento a formarsi.
Sono portavoce di chi non ci sta a questo tipo di politica. Non mi fermerò. Anzi ciò che è successo mi sprona e fortifica verso l’obiettivo di dimostrare che si può fare politica anche lealmente e senza timori. Il coraggio è cambiare”.
Luigia Martello
Se permettete, da lettore attento di questa lettera, penso che bisogna considerare bene il contenuto della stessa. Premetto che ho ascoltato proprio la scorsa fine di settimana, su Radio 3, il regista di “Due euro l’ora” che dava una descrizione non proprio lusinghiera dello stato sociale della nostra vallata. Questa missiva mi riporta alla mente la descrizione di un sistema profondamente intaccato da una cultura che non dovrebbe appartenerci, se vogliamo definirci persone oneste. Conosciamo tutti cause ed effetti, eppure non abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi- come comunità – per neutralizzare questi eventi. Certamente non metto in dubbio la veridicità del contenuto. Eppure, mi sento di dire che, se fosse tutto vero, allora gli organi di controllo non dovrebbero perdere tempo per accertare quanto successo; e però… chi ascolterà? In contesti socialmente più sensibili (non me ne vogliano gli amici di Padula e del Vallo) questa lettera dovrebbe essere attentamente considerata da ciascun cittadino della vallata (e non solo!) con conseguenze anche immediate sulle imminenti elezioni amministrative. Così non sarà. Ma così la vita sociale e politica del territorio sarà sempre più esposta a colpi di mano da parte di una classe dirigente (uso un eufemismo) che non si fa intimorire dalla pubblica opinione; che – in definitiva- è la sola speranza che rimane.