‘Ndrangheta&Vallo di Diano: l’isola felice che non c’è. L’Antimafia scrisse: “Senza il Tribunale c’è più criminalità organizzata”

L’isola (felice) che non c’è. E’ il Vallo di Diano che troppe volte si è sentito esente dalla criminalità organizzata, da Camorra o ‘Ndrangheta che sia. Solo perché non ci sono evidenti episodi tipici  delle mafie. Ma questa convinzione nasce anche a causa di decisioni esterne come la chiusura del Tribunale di Sala Consilina; come se il territorio valdianese non meritasse un presidio di giustizia perché immune dal male. Macché. Terra di confine, di passaggio, non solo tra regioni, ma anche, e si spera non soprattutto, tra Camorra e ‘Ndrangheta. Un vero e proprio crocevia della droga. Il Vallo di Diano non può sentirsi immune dalla Mala e l’operazione “Frontiera” portata avanti dalla Dda di Catanzaro con 58 arresti, quattro dei quali a Sala Consilina, è il faro che mette una luce forte su questa situazione. Nel Vallo di Diano la criminalità organizzata non si vede, non ci sono omicidi, né azioni eclatanti, per fortuna, ma c’è e opera sotto traccia. Lo aveva denunciato il procuratore antimafia Franco Roberti, in un passaggio della relazione sulle criminalità organizzate, lo si poteva capire da alcuni piccoli ma significativi episodi avvenuti nel corso del tempo. E lo dice anche la logica (criminale). La strada della droga, quella che collega l’interland napoletano con la Calabria e seguita dagli inquirenti partendo dall’omicidio Vassallo (che però nulla ha a che fare con il clan Muto), deve necessariamente transitare per il Vallo di Diano e per il Cilento.  E infatti l’inchiesta Frontiera ha evidenziato la presenza di una vera e propria piazza dello spaccio a Sala Consilina.   Oltre agli episodi di estorsione.  Insomma una situazione meno idilliaco di quanto possa sembrare.

Occorre quindi ricordare quanto scritto dalla procura Antimafia solo pochi mesi fa. “Il mutamento della geografia giudiziaria – era scritto sulla relazione firmata dal procuratore capo della  procura antimafia – dell’area in questione che ha visto l’accorpamento del Tribunale di Melfi a quello di Potenza e l’accorpamento del Tribunale di Sala Consilina a quello di Lagonegro – ha prodotto importanti mutamenti anche sugli assetti e dinamiche della criminalità organizzata del potentino, accentuando, purtroppo, l’influenza e l’interesse, prevalentemente nelle zone del lagonegrese e di Sala Consilina, della contigua ‘Ndrangheta calabrese”.  Un passaggio che portò alla reazione dei sindaci e a una lettera di richiesta di delucidazioni. Sabato Roberti sarà a Sassano e quale migliore occasione per chiedere un quadro preciso sul Vallo di Diano?

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *