Campagna elettorale al veleno ad Auletta: Pessolano assolto dall’accusa di diffamazione da parte di Cocozza

Dopo sette anni di processo arriva l’assoluzione – perché il fatto non sussiste – per Pietro Pessolano, il sindaco di Auletta processato per diffamazione dopo la denuncia del suo rivale politico Carmine Cocozza. La sentenza di primo grado è stata pronunciata dal Tribunale di Lagonegro. Una vicenda che era nata all’indomani delle elezioni comunali che avevano visto la vittoria di Cocozza ma che erano state congelate e poi definitivamente annullate per alcune irregolarità. Durante la campagna elettorale successiva all’annullamento il gruppo guidato da Pietro Pessolano (Uniti per Auletta) aveva attaccato duramente la lista avversaria con un manifesto pubblico di accuse. Toni forti, fortissimi, e termini che spaziavano dal “cannibalismo” al “kamikaze” per criticare il comportamento degli avversari politici. Ma anche accuse circostanziate come quella di svolgere le riunioni politiche nella guardia medica del paese. Toni e accuse che avevano fatto propendere Cocozza verso la denuncia per diffamazione. E a sette anni e in seguito al processo ecco l’assoluzione per Pietro Pessolano. Il giudice Saladino ha quindi dato ragione alla tesi del legale di Pessolano, l’avvocato Claudio Parisi che ha puntato soprattutto sull’articolo 51 e sul diritto di critica. In pratica è stato sostenuto che i termini erano da campagna elettorale e quindi forti ma riferiti “a fatti davvero accaduti – sostiene l’avvocato -. Siamo soddisfatti per questa sentenza. Le nostre tesi sono state confermate anche dai testimoni che si sono succeduti durante la fase dibattimentale”.

 

Questo il commento di Pietro Pessolano: “Assolto. Ancora una volta. Hanno iniziato un attacco personale nei miei confronti, con denunce e accuse le più fantasiose e vili. Che il Tribunale, ancora una volta, ha ritenuto inesistenti. Oggi il Tribunale di Lagonegro ha statuito, ancora, che sono innocente. Posso fare sbagli ed errori, ma mai reati, mai con la volontà di violare la legge. Questo processo è durato 7 anni, e da innocente ho sofferto in tutto questo tempo. Ringrazio l’avvocato Claudio Parisi, l’amico Claudio Parisi, che ha creduto nella mia innocenza e ha demolito nel dibattimento i miei accusatori, mettendo a nudo la fallacia e la vacuità delle loro parole. Nella vita si vince e si perde, e chi perde deve anche saperlo fare con onore e dignità. Io non sono come loro. Se avessi perso, e se in futuro dovessi perdere, non mi permetterò mai di giocare con la vita di una persona solo per restare aggrappato ad una poltrona, soprattutto se fosse il popolo a non volermi. Io non sono come loro, e fortunatamente gli aulettesi lo sanno”.

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