Inchiesta Eni. La Procura di Potenza: “Altro che archiviazione, il processo su reati ambientali con 52 indagati è ancora in atto”

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La Procura della Repubblica del Tribunale di Potenza a firma del Procuratore capo Luigi Gay ha emesso una note sulla ricostruzione dell’inchiesta legata al Centro Cova di Viggiano di proprietà Eni e sulle varie richieste di archiviazioni. “Ci sono state – scrivono dalla Procura – informazioni inesatte  che hanno presentato l’indagine sull’Eni e il filone-stralcio trasmesso per competenza alla Procura della Repubblica di Roma come un unico procedimento”. La Procura quindi confuta quanto scritto su alcuni articoli. “A differenza di quanto sostenuto nei predetti articoli di stampa, il procedimento penale riaguardante la società Eni seguito dalla DDA di Potenza e dalla Procura Nazionale, non è stato oggetto di alcuna richiesta di archiviazione né si sarebbe mai avviato verso un simile esito processuale. Il predetto procedimento penale, infatti, durante il suo svolgersi ha comportato l’adozione, il 31 marzo 2016 di diverse misure cautelari personali a carico di alcuni manager e tecnici Eni, nonché del sequestro preventivo dell’impianto estrattivo di Viggiano, misure che sono state confermate in toto sia dal Tribunale del Riesame che dalla Corte di Cassazione. A differenza di quanto indicato in alcune pubblicazioni giornalistiche, il procedimento penale è stato definito il 28.7.2016 con richiesta di rinvio a giudizio di ben 52 imputati, tra cui i predetti manager Eni, per diversi illeciti ambientali (fra cui quello di attività finalizzata al traffico illecito di rifiuti) nonché a carico della medesima compagnia petrolifera italiana, imputata quale persona giuridica. Il processo penale, seguito dai pm Basentini e Triassi, dopo le prime udienze pende tuttora innanzi al Gup di Potenza. La prossima udienza sarà celebrata il 31 gennaio 2017. Lo stato del citato processo penale, nei termini che sono stati appena indicati, è processualmente e tecnicamente opposto a qualsiasi soluzione che possa definirsi “archiviazione” e, senza ombra di dubbio, non consente, allo stato, alcuna censura sull’operato investigativo e processuale della Procura della Repubblica di Potenza”. Il documento porta la firma del Procuratore della Repubblica Luigi Gay.

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