Ancora in calo i bebè nati nell’ospedale di Polla nel 2016. Annunziata rassicura: “Punto nascita al sicuro. Ma serve svolta sanitaria e soprattutto del territorio”

Quale sarà il destino del punto nascita dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla? Le natività sono in diminuzione rispetto all’anno precedente e ben lontane dalle 500 nascite annue che sono il limite minimo di legge per non farlo chiudere. Se negli anni passati questo limite era stato “dribblato” con le deroghe chieste dall’Asl, cosa succederà dal primo gennaio 2018? A Polla nel 2016 sono nati 345 bebè. Nel 2015 erano 382. Calo anche nei punti nascita di Sapri (299 nati nel 2016 mentre erano 318 nel 2015) e Vallo della Lucania (269 contro i 307). Una situazione delicata e che mette a rischio il punto nascita di Polla. Una situazione figlia soprattutto di due aspetti. Il primo riguarda lo spopolamento del territorio, soprattutto con la parte dei più giovani. Dal Vallo di Diano sono sempre di più le giovani coppie a partire, a trovare lavoro altrove e quindi anche a crearsi una famiglia altrove. Il secondo è invece l’emigrazione dei pazienti. Sono in decine, infatti, le mamme che decidono di partorire soprattutto in Basilicata. E per fortuna a non far abbassare ancor più drasticamente le quote sono le nascite da mamme di stranieri emigrati nel nostro territorio. C’è poi una preoccupazione per il Vallo di Diano: nell’atto aziendale la Neonatologia è prevista solo per l’ospedale di Vallo della Lucania. Un indizio che potrebbe far pensare una chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri verso quello di Vallo?

“Nella nuova riorganizzazione aziendale sui punti nascita sicuro rispetto al passato ci sarà, continuando questo trend di natalità, qualche chiusura. Ma per l’ospedale di Polla sia per la sua posizione geografica, sia per la popolazione del Vallo di Diano non corre questo pericolo” . Sicuramente la riorganizzazione deve tener anche conto di nuove politiche sanitarie che devono bloccare emigrazione verso ospedali della Basilicata tra Villa Di Agri e Lagonegro. Nosocomi più piccoli del nostro ma che attuano solo un politica molto ‘invitante’: verso pazienti e medici del nostro territorio. Occorre di sicuro una inversione di tendenza e una accelerazione qualitativa sanitaria del nostro presidio ospedaliero verso le future mamme con un’offerta sanitaria di intero percorso pre e post parto che deve essere pubblica efficiente ed “economica”. La politica invece deve, accanto alla offerta di servizi efficienti, anche impegnarsi in modo diverso per creare condizioni affinché si possano avere posti di lavoro per tanti giovani. Meno convegni, meno politica del solo annuncio, meno presentazione libri ma più investimenti e sburocratizzazione per far impresa e trattenere intelligenze e giovani nel nostro Vallo di Diano sfruttando le tante ricchezze del territorio e tagliando enti e carrozzoni capaci solo di produrre debito e zero servizi. Oggi i dati ci dicono che è cosi. Su punto nascite ho prontamente anche interessato il direttore generale che ha escluso ogni chiusura”.

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