Bufera nell’Ordine degli avvocati di Lagonegro-Sala Consilina. Sabella: “Cappelli ha disatteso l’accordo”. Il presidente: “Lui non ha rispettato l’intesa”

C’è aria di bufera all’interno dell’Ordine degli avvocati di Lagonegro-Sala Consilina e soprattutto c’è una frattura e una battaglia, politica, in atto. Il tutto per un protocollo di intesa che non sarebbe stato rispettato e con un cambio di presidenza previsto ma non attuato.

L’avvocato Giuseppe Sabella si è dimesso dal Consiglio in quanto – secondo quanto da lui scritto in una lettera inviata ai colleghi – non è stato rispettato il patto stipulato prima delle elezioni. Nel protocollo di intesa – in nostro possesso – si legge che nel primo biennio la presidenza sarebbe stato affidata a Gherardo Cappelli (che ricordiamo batté Michele Marcone nella tornata elettorale) per poi passare al lagonegrese Giuseppe Sabella. Un accordo pre elettorale che però sempre stando a Sabella (che si è dimesso insieme ad altri due avvocati, Demetrio Ricciardone e Teresa Tedesco) non è stato rispettato. Nella lettera inviata agli altri avvocati Sabella ripercorre quanto avvenuto. “E’ noto che la tornata elettorale del 13 e 14 febbraio 2015, è stata la prima nella storia dei Fori accorpati di Lagonegro e Sala Consilina, pertanto la lista “Cappelli-Sabella”, veniva formata anche con l’obiettivo di ricercare quella distensione utile al superamento dei pur legittimi contrasti, che si erano consumati nel passato. Con questo spirito, nel mese di febbraio 2015, tra gli undici componenti della lista “Cappelli-Sabella”, veniva sottoscritto un protocollo d’intesa recante, tra l’altro, la disciplina della turnazione nelle cariche”. Ma qualcosa non va come scritto. C’è una frattura e quindi le dimissioni. “Nel mese di gennaio 2017, sarebbe dovuto intervenire l’avvicendamento. In tale ottica,  Gerardo Cappelli, Giuseppe Sabella e Demetrio Ricciardone, nel mese di gennaio., rassegnavano le dimissioni dalle rispettive cariche di Presidente, Segretario e Tesoriere”. Viene quindi convocato un nuovo consiglio il 25 gennaio per  l’insediamento delle nuove cariche consiliari. “In quest’ultimo Consiglio – scrive ancora Sabella -, si verificava un repentino quanto imprevedibile mutamento di paradigma. La sala consiliare, si trasformava in aula dibattimentale, ivi veniva celebrato un processo sommario, con un solo imputato e sorvegliato speciale: Giuseppe Sabella”. Le accuse rivolte riguardano soprattutto l’assenteismo ma anche “complottismo” e una “indebita trasferta presso il Ministero della Giustizia”. La discussione si accende e viene richiamato il protocollo di febbraio. “Non condividendo l’epilogo del biennio ho rassegnato le dimissioni”. Sono diverse le accuse poi lanciate al Consiglio. “Il Consiglio, nel primo biennio, esercitando un’asfittica funzione burocratica, ha vidimato tantissime parcelle, ha ammesso moltissimi gratuiti patrocini, ha iscritto al registro speciale molti praticanti avvocati, ma inesistente è stata la linea di politica forense a sostegno delle ragioni dell’Avvocatura, rivendicando più rispetto, spazi adeguati, udienze ben organizzate, migliore distribuzione dei ruoli tra giudici togati e onorari, rispetto dei termini di deposito dei provvedimenti”.

Nel protocollo d’intesa, occorre aggiungere, non si parla solo di cambio di presidenza ma anche di principi di lealtà e collaborazione. All’interno dell’Ordine c’è fermento in queste ore e mercoledì prossimo è fissata una nuova riunione.

Il presidente degli avvocati Gherardo Cappelli ha risposto a queste accuse. “In virtù di quel protocollo di intesa, a gennaio ho rassegnato le dimissioni e ho chiesto all’Ordine di adottare le decisioni del caso. La stragrande maggioranza dei componenti del Consiglio, otto consiglieri su 11, hanno ritenuto che quel protocollo non era stato rispettato proprio da chi ne invocava l’applicazione. In effetti quell’accordo era stato stipulato in un’ottica di ‘trasparenza, lealtà e leale collaborazione’ (come risulta dalla premessa) per cui valutato che chi doveva assumere la carica di presidente non aveva minimamente rispettato i principi posti a base di quella intesa, il Consiglio anche alla luce dell’ottimo lavoro svolto nel primo biennio, ha ritenuto opportuno confermare me alla carica di rappresentante dell’ordine forense. Per quanto riguarda la lettera aperta inviata dall’avvocato Sabella agli avvocati del Foro, il Consiglio valuterà nei prossimi giorni come replicare”.

 

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