I bebè del Vallo di Diano emigrano prima di nascere: nel 2016 in 70 nati a Lagonegro

A Polla, nell’ospedale “Luigi Curto”, i nati nel 2016 sono  345. Nel 2015 erano 382. Un calo importante  e la quota minima di 500 nati imposta dalla legge per motivi di sicurezza ben lontana. Una deroga ha permesso al punto nascita di Polla di restare aperto e dovrebbe continuare a farlo. Inoltre il presidente della conferenza dei sindaci per l’Asl, Sergio Annunziata, ha assicurato che non chiuderà, ma questo non fa sì che il problema sia risolto.

Il perché di questo calo? I motivi sono diversi. Ovviamente, il primo, è lo spopolamento del nostro comprensorio. Tanti giovani costretti a emigrare per cercare lavoro e quindi meno nascite. Una problematica che ovviamente va risolta non solo nel Vallo di Diano ma nell’intero sud Italia e dove le politiche sanitarie possono fare poco. Dove, invece, si può agire dal punto di vista sanitario è l’emigrazione delle mamme che decidono per un motivo o per un altro di partorire in un ospedale diverso dal “Luigi Curto”. Spesso ance fuori regione. Il caso emblematico arriva dall’ospedale Lagonegro. I dati del 2016 parlano di oltre 70 mamme residenti nel Vallo di Diano che hanno deciso di far nascere il proprio pargolo fuori regione. Questi i dati comune per comune del nostro territorio: Buonabitacolo 8, Casalbuono 3, Monte San Giacomo 2, Montesano sulla Marcellana 21, Padula 14, Polla 1, Sala Consilina 11, San Rufo 2, Sanza 2, Sassano 5, Teggiano 2.

Mancano, in questo elenco, alcuni comuni più vicini a Potenza che a Lagonegro e quindi con una scelta diversa da chi decide di partorire in un luogo diverso dal “Luigi Curto”.

Dati che devono far riflettere. Le motivazioni sono molteplici e non riguardano soltanto la vicinanza geografica. Anche nell’ospedale di Potenza i dati sono simili. Il che vuol dire che le nascite dell’ospedale di Polla potrebbero avvicinarsi alla quota 500 e non sperare in alcuna deroga alla legge per evitare anche la sola ipotesi di una chiusura del punto nascita.

 

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