25 aprile: LIVE della “resa dei conti”, Suor Benedetta, i Falchi, le Colombe e l’Autogol di Sala Consilina

“Ditelo mi raccomando che questa è stata una grande occasione perduta per Sala Consilina”. La richiesta è una di quelle alle quali non si può dire di no, perché arriva addirittura da una Suora, seduta nelle prime file del Cine Teatro Totò di Sassano lo scorso 25 aprile, in occasione dello spettacolo Liberi Tutti, che ha visto salire sul palco ben 14 artisti di Sala Consilina. Le parole di Suor Benedetta, per la verità, sono figlie del buon senso, e non sono altro che la conferma del comune sentire e della “pancia” della comunità salese. Perché appare evidente che la vicenda 25 aprile e dello spettacolo “Liberi Tutti” ha lasciato l’amaro in bocca a tanti cittadini di Sala Consilina.

Ora che tutti hanno detto la loro, come documentato dalla nostra intervista al sindaco Francesco Cavallone, e dall’apposito LIVE (che qui pubblichiamo in due parti), dobbiamo esaudire anche la richiesta di Suor Benedetta. Riassumendo questa vicenda e quello che in tanti hanno pensato (alcuni anche all’interno della stessa amministrazione comunale salese, nella quale non ci sono solo “falchi” ma anche “colombe”).

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Il pensiero di Suor Benedetta è semplice: che senso ha avere un grande Teatro definito “gioiello della cultura” del Vallo di Diano, quando poi i propri figli, i propri giovani ed i propri talenti artistici, e di conseguenza la propria comunità, non ne possono usufruire in una occasione così importante come quella “sfumata” del 25 aprile? Le buone idee non dovrebbero avere colore politico né appartenenza, e dovrebbero diventare patrimonio di tutti: e quella di riunire 14 validissimi artisti di Sala Consilina in occasione della festa della Liberazione è stata sicuramente un’ottima idea, anche se è venuta all’Associazione E20 Positivi, che nasce da una costola del gruppo di minoranza “Positivo si Cambia”. La bontà dell’idea la confermano il successo ottenuto a Sassano dalla rappresentazione, le emozioni trasmesse al pubblico presente, il senso di fratellanza e di amicizia che si palpava in ogni attimo tra gli artisti coinvolti. Ed ovviamente l’alto valore artistico e culturale dell’evento. E sarebbe davvero gravissimo se la disponibilità del Teatro si fosse arenata, come affermato dal consigliere Tonino Santarsiere, sul nome di Enzo D’Arco, che non sarebbe stato gradito in particolare ad alcuni esponenti dell’amministrazione salese. Davvero preferiamo pensare che non sia andata così, perché Enzo D’Arco è un artista che col suo talento rende lustro a Sala Consilina e al Vallo di Diano, e mettere un veto sul suo nome sarebbe non solo assurdo ma anche un delitto culturale. Detto questo, e ancora una volta reso merito al sindaco Tommaso Pellegrino e all’amministrazione comunale di Sassano per aver ospitato e reso possibile la manifestazione, resta grande la meraviglia e l’incredulità per quanto accaduto.

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A Sassano accoglienza, disponibilità, ascolto. A Sala Consilina l’opposto: l’apparato politico-burocratico non ha mostrato elasticità mentale, o capacità di mediazione. Le conseguenze sono state evidenti: non solo un folto gruppo di artisti di Sala Consilina è stato costretto ad “espatriare”, ma al suo seguito centinaia di persone interessate ad assistere allo spettacolo hanno dovuto fare lo stesso. Il bel teatro di Sassano è ovviamente strutturato a “misura” del suo comune: di conseguenza molti salesi, una volta gremita la sala in ogni ordine di posti seduti ed in piedi, hanno dovuto rinunciare ad assistere. Tanti sono rimasti fuori. Mentre invece il Teatro Scarpetta di Sala Consilina ha trascorso il suo 25 aprile vuoto e inutilizzato: un paradosso degno di un Tapiro d’Oro di Striscia.

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Dal punto di vista delle “carte” sono sicuramente valide le motivazioni rese note nel corso dell’apposito confronto pubblico dall’amministrazione comunale salese. Va dato atto al sindaco Francesco Cavallone e agli assessori presenti all’incontro di giovedì sera di aver voluto incontrare i giovani e gli artisti coinvolti nel progetto per spiegare le proprie ragioni guardandoli negli occhi. Ragioni che sulla carta sono anche valide: i motivi ufficiali sono legati alla “sicurezza” e al poco preavviso. Sicuramente validi motivi, ma è evidente che, quando si vuole fare una cosa, si trova il modo di realizzarla. E in questo caso la volontà, chiaramente, non c’è stata.

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Il buon senso di Suor Benedetta ci dice che un incontro andava fatto prima del 25 aprile, dicendo ai giovani artisti semplicemente la verità: “Vogliamo fare questo spettacolo nel Teatro Scarpetta ma il 25 aprile non sarà possibile, troviamo insieme una soluzione diversa”. Questo passaggio non c’è stato, e tra falchi e colombe evidentemente nell’amministrazione salese hanno prevalso i falchi. Peccato, perché volere è potere.  Allo stesso tempo non va dimenticata una cosa, che dimostra la volontà dell’amministrazione comunale guidata da Francesco Cavallone di fare Cultura e Arte nel Teatro Scarpetta: il cartellone degli spettacoli di questo inizio 2017 è stato finanziato grazie alla rinuncia alla loro indennità. Quello su cui si può discutere (e giovedì sera è stato fatto) sono le modalità di utilizzo del Teatro salese, e come “aprirlo” alle emergenze artistiche locali e ai giovani. E non negarlo a nessuno.

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Una cosa è certa: non si erano mai visti presso il comune di Sala Consilina tanti giovani artisti salesi, tanto motivati e tutti in sintonia, come giovedì sera. Vederli insieme è una cosa molto bella, oltre che un segnale di speranza. L’incontro voluto dall’amministrazione comunale di Sala Consilina è stato importante, anche se in ritardo. È stato un opportuno momento democratico di confronto, dal quale si spera possa nascere uno spirito di collaborazione rinnovato da entrambe le parti. Viva l’arte, in ogni espressione, sempre e da ovunque arrivi.

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Secondo Suor Benedetta e molti altri questo 25 aprile a Sala Consilina si è persa una grande occasione culturale e partecipativa, ed anche un momento di valorizzazione per molti giovani artisti salesi. Finalità che forse, tanti anni fa, erano alla base del progetto del Teatro di Sala Consilina, ma che oggi sembrano essersi perse: annegate nelle pastoie burocratiche e travolte dalle ripicche politiche, insomma trasformate in altro.  Non è mai semplice la gestione di un bene pubblico, ma se il Teatro Scarpetta è il gioiello culturale di tutti, resta la sensazione che questo 25 aprile sia stato un clamoroso ed evitabile autogol, finito nella porta della comunità salese. Dando voce al buon senso di Suor Benedetta esaudiamo la sua richiesta augurandoci, per il bene comune, che simili occasioni perdute non debbano ripetersi.

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Una risposta

  1. Matteo Viceconti ha detto:

    Io non commento l’articolo, dico solo che sono indignato e adirato contro questa Amministrazione che ancora una volta non ha perso l’occasione di dimostrare quanto grettume e ignoranza dimorano nella Casa che dovrebbe rappresentare il popolo Salese. Non basta dare delle patetiche spiegazioni ma avrebbero dovuto semplicemente chiedere scusa ai giovani artisti salesi, ne avrebbero guadagnato in dignità. Sappiano, questi signori, che non si possono nascondere e che l’episodio è stato diffuso in tutta Italia da quelli come me che possiedono mezzi informatici. Figuraccia in ogni angolo d’Italia. Quando tornerò a Sala rincarerò la dose, se possibile, personalmente e faccia a faccia.

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