Vicenda Certosa di Padula. Albanese contrattacca: “Gestione da rivedere per riavvicinare il monumento a cittadini, associazioni e turisti”

La vicenda della gestione delle Certosa di San Lorenzo a Padula con le accuse lanciate dal direttore della Bcc Monte Pruno, Michele Albanese, e la risposta piccata del Polo museale della Campania, arriva la controbattuta di Albanese. Un serie di accuse soprattutto sulla gestione del monumento e sul “sistema guide”.

“La vicenda relativa all’episodio di domenica mattina rappresenta una questione che non si limita all’accaduto specifico.  Occorre aprire una breve parentesi, in quanto, ritengo – scrive in una lunga lettera Albanese – sia indispensabile ricordare come non sia mia volontà fare polemiche, bensì cerco solamente di smuovere delle sensibilità e evidenziare vicende che non dovrebbero accadere, comprendendo che sicuramente anche lei è sulla mia stessa lunghezza d’onda.  La Certosa S. Lorenzo di Padula è un bene patrimonio dell’umanità che merita di essere messo al centro di un intero territorio, in quanto, può e deve essere un volano unico per l’economia locale, di cui la Banca che dirigo è direttamente e particolarmente interessata.  Da questo presupposto nasce l’attenzione verso alcune situazioni che, nella mattinata di domenica, sono state nuovamente toccate con mano e, purtroppo, difficilmente possono essere smentite.  Dico nuovamente, perché l’episodio di domenica è solo l’ultimo di una serie di difficoltà che si incontrano nel momento in cui qualunque semplice cittadino o associazione si avvicina alla Certosa S. Lorenzo di Padula per organizzare o tenere qualche iniziativa al suo interno, cosi come capitato anche alla nostra Associazione “Life”; iniziative che consentono di dare, in aggiunta, ulteriore visibilità alla Certosa stessa.  La preoccupazione più forte deriva dal fatto che tante persone si allontanano da un sito unico perché messi nell’impossibilità di riuscire ad usufruire di un luogo dal valore inestimabile.  Utilizzo un solo esempio per dare concretezza alle mie parole, come la richiesta di predisporre un piano di emergenza ed evacuazione a cura degli organizzatori di un convegno di lavoro dove gli stessi, per ovvie ragioni, non sono nelle condizioni  di conoscere le caratteristiche e le specificità dei luoghi considerati nella loro complessità, oltretutto, in un sito di interesse come la Certosa di San Lorenzo. Ulteriore paradosso è nel non aver neppure potuto organizzare per i motivi di cui sopra l’evento che ha interessato gli orfani che, dal 1932 al 1960, erano stati ospitati proprio presso la Certosa, vivendo momenti molto delicati e ricchi di significato per la loro vita e per la nostra storia. Ritornando all’argomento oggetto di intervista, il gruppo di tedeschi a cui ho fatto riferimento mi è stato segnalato e forse tale informazione non è nemmeno pervenuta, purtroppo, a chi dovrebbe vigilare sul verificarsi di tali vicende. L’evento, purtroppo, si è verificato ed oggi è interessante comprendere e dare delle risposte ai seguenti quesiti: se un gruppo di tedeschi si reca presso la Certosa di San Lorenzo può essere accolto o meno per una visita con una guida in lingua tedesca? Ci sono guide con questa specificità? C’è un numero di guide sufficienti a far fronte alle esigenze che tale sito richiede?

Queste sono le risposte che mi sarei aspettato di ricevere dopo il mio intervento nella semplice qualità di cittadino di questo territorio e di attore economico dello stesso. Appellarsi a normative legislative sicuramente interpretabili e applicabili nella maniera più consona alle esigenze che si prospettano, rappresenta solo un motivo burocratico atto a fornire risposte eleganti ma prive di contenuto pratico. E’ inutile spostare l’attenzione su altro, perché inutile e privo di alcun fondamento tangibile. La Certosa ha necessità di essere organizzata nel modo più sufficiente possibile, rendendola fruibile, visitabile, tanto da farla essere uno strumento di sviluppo dell’economia turistica del territorio e non un potenziale luogo che possa attrarre interessi. A conferma di questo principio viglio evidenziare così come letto anche da altri interventi sul tema e relativamente alla Giornata Fai, definita dalle sue parole come un evento ‘che ha registrato grande successo di pubblico e con i calorosi ringraziamenti pervenuti alla Fai’, che l’assenza degli operatori ha fatto sorgere diversi momenti di difficoltà superati solo ed esclusivamente grazie alla presenza sia di giovani volontari di alcuni istituti scolastici del Vallo di Diano sia di amministratori locali i quali hanno fatto il possibile affinché si evitasse in diversi casi il peggio.

Le polemiche non servono, servono i fatti e in questo momento gli unici che abbiamo di fronte sono le esperienze negative che stanno caratterizzando la gestione della Certosa di San Lorenzo a danno dell’intera economia del Vallo di Diano. La nota di rettifica purtroppo dispiace dirlo denota l’assenza di conoscenza di diverse problematiche quotidiane collegate alla Certosa.  Da parte mia e dell’istituto che dirigo pertanto c’è la massima volontà a collaborare per quello che può essere il nostro ruolo, ma è possibile sottovalutare il verificarsi di episodi spiacevoli che hanno riguardato la Certosa e il suo utilizzo riverberando effetti sui cittadini e sulle attività commerciali locali. Dando fin d’ora la massima disponibilità anche per un confronto e sperando che venga compresa la volontà appena espressa resto a disposizione inviando distinti saluti”.

Una risposta

  1. Mario Ippolito ha detto:

    La replica del Direttore Michele Albanese mette il dito nella piaga. Nessuno si tiri indietro. E’ stato uno dei tanti vergognosi esempi del disinteresse per le nostre peculiarità, artistiche e non . Se qualcuno ha il dovere di fare il mea culpa, si attivi affinchè ,la lucida analisi del Direttore Albanese..non trovi più eco,in questo territorio abbandonato ed ostile alle intelligenze che ne vogliono promuovere uno sviluppo in cui ancora spero. Distinti saluti.

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