Asl Salerno, microchip nei camici dei dipendenti. Botta e risposta tra DG e UIL

Un microchip spia nelle divise dei dipendenti dell’Asl Salerno e scoppia la polemica. Il sistema elettronico inserito nelle nuove divise, infatti, risulta utile per non perderle e quindi individuare il luogo dove vengono lasciate, ma i dipendenti si sentono a  ‘rischio geolocalizzazione’e così la UIL chiede lumi alla direzione generale dell’ASL. “Tale sistema  è stato pensato per essere sfruttato in ambito sanitario, magari applicato alle divise del personale medico e di comparto, ma i suoi utilizzi possono essere molteplici, afferma Biagio Tomasco della UIL. Il problema sta infatti proprio nella posizione che  questo microchip occupa nelle divise del personale, ovvero cucito nel risvolto delle tasche di casacche e pantaloni, invisibile alla vista dei dipendenti. Tale sistema, proprio per le sue caratteristiche intrinseche che lo vedono come un ottimo strumento capace di tracciare in ogni momento le attività  di chi indossa le divise, viola in maniera palese la legge, che prevede che tali sistemi possano essere installati previo accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali”. Ma la Direzione Generale dell’ASL tenta di rassicurare dipendenti e sindacati asserendo che, come attestato dalla ditta fornitrice, il chip presente nella biancheria distribuita solo in alcune strutture aziendali è assimilabile all’etichetta identificativa del capo, pertanto ha la funzione di tracciare l’entrata e l’uscita dell’articolo sporco/pulito dallo stabilimento produttivo. Si tratta quindi di un’attività interna alla ditta e che, in nessun caso, potrà tracciare a distanza i movimenti delle persone. “In ogni caso, fanno sapere da via Nizza, tale funzione del microchip non è  ancora attivata, e solo  successivamente alla definitiva aggiudica dell’appalto da parte della ditta SORESA, prima di procedere all’adesione, verranno informate le organizzazioni sindacali”. Risposta che non è sufficiente per il sindacato, che tramite Tomasco rincara la dose: “Il fatto che la funzione del microchip non sia attivata, in quanto il relativo appalto all’azienda Soresa non è ancora partito, non significa che la ditta fornitrice fosse esentata dal fornire all’Asl le dovute informazioni sul dispositivo. Aspettiamo dunque la dovuta informativa sul dispositivo in questione da parte dell’ASL”.

 

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