Scandalo preti gay del Mezzogiorno. Il Vescovo: “addolorati da comportamenti scandalosi di alcuni membri del clero”

La divulgazione di notizie riguardanti i comportamenti scandalosi di alcuni membri del clero di molte diocesi del Mezzogiorno, addolora in maniera grave la nostra comunità diocesana“. Comincia così, la nota stampa divulgata dalla Diocesi di Teggiano Policastro, in merito al dossier che sta circolando in queste ore sui social network ed in particolare su whatsapp e all’interno del quale si leggono i nomi e i vizi di circa 50 preti gay del Sud Italia. Un documento dal quale il gigolò napoletano, Francesco Mangiacapra ha preso le disitanze disconoscendone la paternità.

La consegna del dossier da parte della Curia di Napoli permetterà di prendere visione delle responsabilità e le necessarie iniziative canoniche che la Santa Sede stabilisce in questi casi. Nel frattempo – si legge nella nota – non possiamo non esprimere la vicinanza alle comunità turbate e preoccupate di fronte al rischio di vedere vanificata una consolidata esperienza di fede e di cultura religiosa che da sempre ha contraddistinto questa terra. Ci sta a cuore altresì riaffermare e riconoscere l’opera meritoria di moltissimi nostri sacerdoti che nella quotidiana fedeltà alla loro vocazione e alla loro missione hanno scritto pagine di memorabile tradizione. Ancora oggi i nostri sacerdoti incidono in maniera notevole e creativa nel tessuto vitale delle nostre comunità, con un’attenzione spiccata verso le istanze educative, sociali, e familiari. Ad essi va il grato riconoscimento, e per questa generosa offerta di sé stessi le nostre comunità non si sentano tradite“.

Incombe l’obbligo anche di riconoscere sbagli, errori, opache testimonianze, e richiesta di perdono – si legge ancora –  perciò con la fermezza che ha ispirato sempre i percorsi e le decisioni, riaffermiamo come Chiesa la totale disponibilità a intraprendere le decisioni e le sanzioni canoniche per un necessario cammino di purificazione vissuto con profonda attenzione alle denunce e con sensibile cautela verso possibili false accuse. Il Vescovo, il presbiterio diocesano, gli operatori pastorali – conclude la nota – lavoreranno per riportare la bellezza della fedeltà sul volto della nostra chiesa. La certezza del comune servizio alla verità del Vangelo rafforzi i nostri vincoli ecclesiali“.

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