“No alle fonderie Pisano a Buccino e neanche nel Vallo di Diano”, il grido d’allarme di Accetta

Tra i punti all’ordine del giorno della conferenza dei sindaci in comunità montana a Padula c’è stato anche quello sulla delocalizzazione delle fonderie Pisano da Salerno a Buccino. Il presidente della comunità montana, Raffaele Accetta, lancia un grido d’allarme. “Siamo al fianco delle comunità di Buccino e paesi limitrofi nel dire non alle fonderie sul loro territorio. Allo stesso tempo però ribadiamo che anche il Vallo di Diano non le vuole”. La preoccupazione del presidente nasce dal fatto che l’eventuale blocco di Buccino faccia propendere la proprietà delle fonderie verso il Vallo di Diano. Nel dossier portato in conferenza è stato inserito anche un articolo cose il Mattino con l’assessore di Polla, Giuseppe Curcio, che non chiudeva le porte all’impianto. “Già all’epoca scrissi una lettera per chiudere il nostro territorio a questi progetti”.

Una risposta

  1. Antonio ha detto:

    Miopia politica valdianese. Si, perché le ultime cariatidi di questo posto, e in questo posto desolato e abbandonato da tutti, per ovvi motivi, pensano che l’introduzione di un’impresa vocata alla strutturazione di politiche di lavoro e del conseguente incremento della propria redditività possano essere d’intralcio a un territorio di per se vilipeso e indegnamente trattato dal dopoguerra ad oggi. Basta farsi un giro nelle varie periferie dei villaggi valdianesi per rendersi conto di quante sciocchezze transitino nella mente di questi figuri. E’ la stabilizzazione esatta tra l’idiozia di questi improvvisati politici e il fallimento totale della loro azione, appendice alla trasmissione del potere del regimetto di Palazzo Santa Lucia. In nome della propaganda ambientale, il territorio deve arrendersi al dilagante clientelismo, al pressapochismo decisionale e infine al motto “in pochi ci si possa avventare sul tartaro raschiato dal fondo del barile”. Oltretutto, da più parti si levano lamentele per l’immotivata esclusione dai piani della ZES, la mobilità precaria di un territorio isolato, nonostante abbia un rappresentante valdianese tra le fila dell’Assessorato provinciale alla Mobilità Interna; oppure, in una recente intervista a Radio Alfa, il presidente del Forum Provinciale dei Giovani cercava di spiegare ai dotti giureconsulti che i veri motivi dei ritardi strutturali risiedono nello spopolamento e nella totale mancanza di sensibilità nei confronti delle politiche attive del lavoro. Ma dimenticava anche di dire che il divario non si colma con l’aver accesso a dispositivi di legge puntualmente foraggiati dal lavoro e dalle tasse di altre realtà produttive italiane. Non mi meraviglia il fatto che alle Elezioni Politiche scorse M5S e La Lega salviniana abbiano finalmente allignato in questa terra e nonostante la scoppola del partito di governo, il suo coordinatore provinciale si è espresso dicendo che queste istituzioni politiche hanno vinto perché in grado di sollevare un nuovo clientelismo statale e….. Da che pulpito vien la predica……….
    Al netto di quanto espresso, credo che questa ritorsione nei confronti di un gruppo industriale, con capacità conclamata della messa a dimora di un nuovo impeto strutturale per il territorio, con ricadute occupazionali indiscutibili e con un espansersi degli indici di consumo degli interessati e con la rinnovata possibilità di proporsi come volano di sviluppo e di coinvolgimento e come creatore di un asse parallelo o definibile indotto, con rinnovata predisposizione a dotare il territorio di infrastrutture capaci di sostenere l’inevitabile crescita economica, non stuzzica sensibilità e non necrotizza intelligenza, in un momento in cui una simile azione possa essere apprezzata come biblica manna dal cielo.

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