Buonabitacolo, nella task force di ricerca la Protezione Civile di Padula: ecco come è stato trovato Antonio
Avevano a lungo sperato di non ritrovare Antonio. E invece sabato scorso alle 16:10 tutte le speranze si sono infrante sulla riva del greto del torrente Peglio, alla vista di quel corpo senza vita riverso ai piedi di una scarpata, alle spalle della piscina comunale di Buonabitacolo.
Nella settimana di ricerche senza sosta dello sfortunato 19enne, iniziate lunedì 9 aprile in seguito alla denuncia di scomparsa presentata dal papà Giuseppe Pascuzzo, nella task force coordinata dai Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina guidati dal capitano Davide Acquaviva fondamentale si è rivelato l’apporto dei volontari della Protezione Civile di Padula.
Circa 20 i volontari padulesi che, allertati dalla Sala Operativa Regionale su richiesta dei Carabinieri e del sindaco di Buonabitacolo Giancarlo Guercio, hanno impiegato tre squadre il primo giorno e due squadre i successivi nelle ricerche, che hanno interessato tutto il territorio di Buonabitacolo e anche i comuni limitrofi. In campo anche il drone in dotazione ai volontari padulesi, ed il nucleo cinofilo dei colleghi della Protezione Civile di Avellino. Le ricerche si sono svolte sia nella zona ai piedi del Cervati, ai confini con Sanza, che in direzione Casalbuono-Cerreta e anche in direzione Padula, sia verso Riofreddo che verso Montesano.
Man mano che le ore passavano, ovviamente, era chiaro a tutti che l’eventuale ritrovamento di Antonio avrebbe rappresentato un esito tragico della vicenda, ma le ricerche sono proseguite con uguale accuratezza, senza tralasciare nulla. Di Antonio Pascuzzo non c’era però nessuna traccia, e così si è arrivati alla giornata di sabato 14 aprile. Quando si è deciso, per ulteriore scrupolo, di percorrere dall’interno l’intero greto del torrente che attraversa Buonabitacolo. La Protezione Civile di Padula, unica in Regione Campania, è dotata infatti di una squadra specializzata in tecniche di Soccorso Fluviale e Alluvionale, qualifica riconosciuta a livello internazionale.
E così nella giornata di sabato i volontari padulesi specializzati hanno scandagliato per ore il letto del torrente a ritroso, partendo dalle zone periferiche fino al tragico esito dell’avvistamento del cadavere di Antonio, in una zona non lontana dal centro cittadino. Un momento davvero drammatico: erano le 16:10, ed in quell’attimo ogni speranza di una soluzione positiva della vicenda si è infranta. Un colpo durissimo anche per i volontari padulesi, attenuato dalla consapevolezza di non aver lasciato nulla di intentato in questi 6 lunghissimi giorni.